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COMUNICATO STAMPA  n. 0740

 
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Rifiuti: commissione d’inchiesta, primo focus Livorno

Sul tavolo una prima bozza di programma. Si parte dalle discariche sotto sequestro ma anche da quelle che non lo sono più. Il presidente Giacomo Giannarelli: “Obiettivo minimo è restare aderenti all’atto istitutivo. Obiettivo esteso, collaborare con la commissione Ambiente”. Il vicepresidente Francesco Gazzetti chiede di mettere agli atti la delibera dell’ufficio di presidenza del Consiglio che “definisce con precisione il perimetro entro il quale ci dobbiamo muovere”

 

di Federica Cioni, 4 luglio 2018

 

Si partirà da Livorno e dal presunto traffico illecito di rifiuti contestato a due aziende del posto, Lonzi Metalli e RaRi, che si presuppone abbiano smaltito abusivamente circa 200mila tonnellate di rifiuti nelle discariche della provincia, a Scapigliato (Rosignano) e Piombino.
Si parte da qui, come indicato dall’atto di richiesta di istituzione della commissione d’inchiesta e su intervento della consigliera del Gruppo misto-Tpt Monica Pecori, ma la commissione d’inchiesta “in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti” – questa la dicitura esatta riportata nella deliberazione dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale numero 58 del 18 maggio – ha già una bozza di programma corposa.
 
Illustrata dal presidente Giacomo Giannarelli (M5s), sarà probabilmente votata nella prossima seduta e già allora si potrebbero conoscere anche altre tappe e audizioni che nel corso dei prossimi nove mesi (questa la durata che dovrebbe avere la commissione) saranno calendarizzati.
 
Nel corso della seduta di oggi, mercoledì 4 luglio, si è più volte affrontato il “perimetro” d’indagine di una commissione che per regolamento (art. 61) si occupa di “questioni relative a materie di interesse regionale”. In particolare il vicepresidente Francesco Gazzetti (Pd) ha chiesto che agli atti sia posta anche la deliberazione dell’Up numero 58 e ha ricordato la nota del capogruppo Leonardo Marras letta nel corso della seduta di insediamento dal presidente del Consiglio Eugenio Giani nella quale il “campo di azione appare più che nitido”. Per “evitare interferenze con le competenze in materia dei rifiuti attribuite dal regolamento interno 27/2015 della commissione Ambiente – è la nota di Marras letta da Giani – occorre delimitare l’ambito oggettivo d’indagine della commissione d’inchiesta in relazione al ciclo dei rifiuti in Toscana, che deve essere riferita esclusivamente alle discariche poste sotto sequestro”.
“La possibilità di fare un ottimo lavoro c’è tutta, a patto che si resti nell’ambito già individuato dal presidente Giani”, ha ripetuto Gazzetti, dicendosi “totalmente disponibile a collaborare” e a impostare un “programma che sia la base del nostro lavoro, con obiettivi chiari, priorità, azioni e ambiti”. Da qui la richiesta formale affinché gli uffici forniscano una legenda che specifichi correttamente, anche sotto il profilo giuridico, termini quali discarica o impianto. “La mia disponibilità è totale. Ci sono anche altri strumenti a nostra disposizione”, ha aggiunto il consigliere del Partito democratico, intendendo che laddove la commissione d’inchiesta non potesse indagare, ci sarà sempre quella che ha definito la “casa madre”, ossia la commissione Ambiente.
 
L’attenzione a delimitare bene il perimetro di azione è stata condivisa anche dalla vicepresidente segretario Elisa Montemagni. “Dobbiamo lavorare con maturità, ma anche con intelligenza” ha detto esortando a non correre il rischio di “inciampare” in questioni che sono di piena competenza della commissione Ambiente. Il rapporto con quest’ultima, a detta della vicepresidente, deve essere “in qualche modo trovato”.
 
A farsi garante lo stesso presidente Giannarelli: “Partiremo dall’analisi delle discariche poste sotto sequestro consapevoli che la discarica è un elemento del ciclo dei rifiuti”. Giannarelli ha inoltre ricordato che il lavoro della commissione d’inchiesta “non confligge con quello della commissione Ambiente. Abbiamo il senso di responsabilità necessario per non sovrapporci”. “Siamo due cose diverse. Non siamo chiamati a svolgere una indagine conoscitiva come quella fatta per la laguna di Orbetello. Indaghiamo e approfondiamo l’oggetto riportato nel titolo, come fatto già per la commissione d’inchiesta Fondazione e Banca Monte dei Paschi di Siena, per arrivare a una relazione finale anche propositiva che io auspico condivisa da tutti” ha detto. E citando la commissione speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani istituita nel 2008 ha rilevato che non è entrata in conflitto con la commissione permanente. 

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