La consigliera
Monica Pecori (gruppo Misto) apprezza i “passi avanti che si sono fatti”, “lo sforzo compiuto dalla Regione per superare l’empasse”, che ha attanagliato Piombino e le acciaierie per anni, e il fatto che si affermi la “volontà di riassorbire tutti i lavoratori”, anche se resta la necessità di “avere tempi più rapidi”. In primo piano anche gli attesi – ma non svolti – interventi per le bonifiche, di cui si parla da decenni. Pecori ricostruisce alcuni dei passaggi che si sono susseguiti: la comunicazione del Comune di Piombino e dell’Autorità Portuale del 2008, l’impegno della Regione Toscana del 2016, fino alle notizie di stampa del 2018 in cui si annuncia “l’avvio alle indagini ambientali per la bonifica”. “Nutro fortissimi dubbi sul fatto che possano essere eseguite parallelamente con il riavvio dell’attività produttiva” afferma la consigliera.
Leonardo Marras, capogruppo Pd, ringrazia Enrico Rossi per la relazione puntuale, in cui ha usato “parole di cautela” esprimendo nello stesso tempo “un messaggio di ottimismo”. Fino a qualche giorno fa “si respirava un’altra aria, non esistevano alternative”. “Quella di oggi è un’altra pagina, che restituisce alla vicenda di Piombino ancora una speranza”, afferma il capogruppo, che esprime apprezzamenti anche per la presenza diretta del governo nazionale, e in modo particolare del ministro Calenda. Il consigliere solleva la questione centrale dell’acciaio nella produzione industriale italiana: “C’è da chiedersi che dovrebbe fare l’Italia, che è uno dei grandi Paesi manifatturieri d’Europa, senza avere materie prime e senza più stare nell’acciaio”. Venendo ai trascorsi sulle acciaierie di Piombino, più volte evocati nel dibattito, il capogruppo ha ricordato gli esiti del bando, “fatto
ex ante”, che aveva per obiettivo principale la conservazione del più alto livello di occupazione: “non fu una scelta politica”. “Oggi, per fortuna, c’è qualcuno che ha anche le spalle solide e ha avuto la possibilità di subentrare in quel contratto. Occasione che ci permette di avere un’altra speranza”.
L’ultima considerazione. “Non esistono capitali italiani in grado di sorreggere questi investimenti”, di investire in produzione, “il Governo ha fatto molto proprio per la salvaguardia di questo principio. Auspico che lo spunto del nuovo governo sia questo: lavorare perché l’Italia rimanga una nazione industriale” e perché si confermino le scelte e gli impegni presi al tavolo delle trattative.
Paolo Marcheschi, FdI, salutando “la fase di cauto ottimismo”, ha ringraziato Rossi auspicando, però, che la politica non faccia errori, visto quanto accaduto a Piombino negli anni. “Si è intervenuti con una valanga di soldi, che tutto il Consiglio ha votato all’unanimità perché si era in fase di grandissima emergenza”. Passando in rassegna le promesse di intervento per lo sviluppo e la crescita del porto, Marcheschi ha parlato della situazione attuale: “Spero che il Piano sia concreto e che arrivino i soldi, perché del mirabolante e sbandierato piano dell’altra cordata non si è visto niente".
Piombino: una risoluzione unanime chiude il dibattito sulla comunicazione
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