"Innegabile l’impegno delle istituzioni in questa vicenda, ma altrettanto innegabile è che non ci sia stato un esito positivo. A oggi non si è realizzato il rilancio della filiera dell’acciaio”. Così il capogruppo del Movimento 5 Stelle
Giacomo Giannarelli ha aperto, oggi, martedì 5 giugno, in aula il dibattito sulla comunicazione del presidente
Enrico Rossi sullo sviluppo delle acciaierie a Piombino.
“Accogliamo come un buon auspicio – ha continuato Giannarelli – che un grande investitore del mercato mondiale si sia affacciato su questa realtà”. Il capogruppo, ribadendo l’impegno massimo del Ministero, ha espresso preoccupazione per alcune questioni ancora irrisolte, come il potenziamento della statale 398 al servizio del porto, il problema della bonifica delle acque, la mancanza di un piano strategico. “Auspico – ha concluso – che nella prossima seduta possano esserci ulteriori aggiornamenti, accompagnati da documenti ufficiali come il piano industriale dell’investitore”.
Anche il capogruppo di Sì-Toscana a sinistra,
Tommaso Fattori, ha ribadito la necessità di “un piano industriale che al momento è solo una bozza generica”. “Se Jindal – ha detto Fattori – vuole avere un vero e proprio porto di apertura verso l’Europa, e Piombino può esserlo industrialmente, deve garantire in cambio la ripartenza della produzione dell’acciaio”. “Occorre chiarezza – ha concluso Fattori – sulla riduzione dei tempi per lo studio di fattibilità e piena garanzia occupazionale per i duemila lavoratori”. Per il consigliere regionale, ancora “svariati gli elementi di indeterminatezza”, come la “copertura degli ammortizzatori sociali” e il tema delle “bonifiche da realizzare, prodromiche rispetto alla ripresa dell’attività dei forni”. Riguardo alle bonifiche Fattori ha commentato “si parla di 50milioni per la falda, ma 50milioni non bastano per rimuovere i cumuli che ci sono sopra e poi per la falda”. “La scelta di Cevital – ha concluso Fattori – non è stata un’opportunità sprecata, ma una scelta sbagliata”.
Preoccupazione per questa situazione è stata espressa da
Roberto Biasci (Lega nord). “Abbiamo percepito preoccupazione – ha detto il consigliere regionale – anche dai lavoratori legati alla fabbrica e a tutto l’indotto. Non vorremmo si ricreasse un caso senza realizzare nulla”. “Il nostro gruppo cercherà di vigilare perché abbiamo a cuore che a Piombino si torni a produrre acciaio”.
Piombino: lo sviluppo della acciaierie, il dibattito sulla comunicazione del presidente Enrico Rossi (2)
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