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Meini (Lega): contributi a pioggia della Regione hanno fallito, due interventi su tre non ancora conclusi

“In centrosinistra propaganda prevale su buona politica”

“In quattro anni e mezzo la Giunta Giani ha erogato oltre 238 milioni di euro tramite 249 contributi straordinari e diretti, senza quindi ricorrere allo strumento dei bandi. A beneficiarne 127 comuni, otto province e numerosi enti di varia natura. Interventi eccezionali annunciati in pompa magna dal presidente della Regione o da consiglieri di maggioranza per meri fini di propaganda e talmente necessari da non prevedere l’iter classico. Peccato che solo 71, pari al 28 percento, siano stati conclusi, 93 siano in fase di esecuzione (circa il 38 per cento) e ben 85, pari al 34 per cento, in fase di progettazione. Annunci di contributi da centinaia di migliaia di euro per un ponte o una strada, ma spesso dopo anni i cittadini sono ancora lì ad aspettare quel ponte o quella strada”.
 
Così la capogruppo della Lega in Consiglio regionale Elena Meini a commento della variazione di bilancio, la tredicesima dal 2020, approvata nella notte dall’assemblea legislativa toscana. 
 
“Numeri che testimoniano il fallimento del metodo scelto dal centrosinistra. Sia chiaro, intervenire per sostenere cittadini e aziende colpite dalle alluvioni è sacrosanto, così come è incontestabile che i comuni abbiano bisogno di avere la Regione, lo Stato e le istituzioni europee al loro fianco. Ma è evidente che se la Giunta avesse percorso la strada dei bandi gran parte di queste opere oggi sarebbero concluse, pena la perdita del finanziamento. Questa è la differenza tra bandi e programmazione e finanziamenti a pioggia, tra propaganda e buona politica al servizio dei cittadini”, incalza la capogruppo della Lega.
 
“Oggi il presidente della Giunta regionale Giani si accorge che qualcosa è andato storto e annuncia di voler avviare un monitoraggio sullo stato di avanzamento delle opere finanziate. Meglio tardi che mai, ma non ci stancheremo di ripetere che se la Giunta avesse adottato il metodo più corretto e trasparente oggi non ci troveremmo in questa situazione”, conclude Meini.