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Lo stemma

La Toscana e il Pegaso


Un cavallo mitologico che dentro di sé racchiude gli ideali fatti propri dalla Toscana: sono questi i motivi che hanno spinto la nostra Regione a rispecchiarsi nel Pegaso, essere mitologico simbolo di quell’eroe che costruisce la pace lottando per la libertà.

Nato in quella terra di confine sospesa tra mito e leggenda, il Pegaso è un bellissimo cavallo alato materializzatosi dal collo di medusa tagliato da Perseo. Un giorno Bellerofonte, uomo coraggioso ma molto superbo, rubò in modo sleale il cavallo di Perseo. In una delle sue imprese Bellerofonte volle salire sull’Olimpo, perché credeva di esser importante come un dio. Zeus, però lo punì mandando un tafano gigante che punse Pegaso facendolo imbizzarrire, tanto che Bellerofonte perse l’equilibrio e cascò nel vuoto.

C’è tutto il fascino della mitologia classica quindi, in questo racconto che lega una figura fantasiosa a una terra concreta, la Toscana, vincolata al presente in maniera solida (come solido è il cavallo), ma protesa da sempre verso il futuro e spinta verso di esso da scelte lungimiranti (grazie alle sue ali). Si pensi a quante volte la Toscana ha gettato il cuore oltre l’ostacolo, a quante volte cioè questa terra al centro dell’Italia ha saputo intraprendere strade che l’hanno portata ad essere avanti a tutti nella battaglia dei diritti civili, ad esempio, con l’abolizione della pena di morte ad opera del Granduca Pietro Leopoldo nel 1786.

La Toscana allora fu il primo Stato ad attuare con coraggio una scelta che dette un segnale al mondo intero, un gesto “costruttore di pace” e portatore di “valori positivi” esattamente ciò che il Pegaso, insieme a Perseo e Bellerofonte simboleggiano nella mitologia ellenica. Una spinta in avanti, un volo verso quello che sarebbe stato il futuro della civiltà, ma con i piedi saldi nel presente.

Del resto l’urgenza di questo messaggio è ancora drammaticamente attuale e resa tale dall’appello di Papa Francesco ai leaders mondiali. Abolire la pena di morte, come fece la Toscana 230 anni fa in quelle parti del mondo dove ciò non è ancora accaduto, è anche la richiesta fatta dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella davanti ai Ministri della Giustizia di molti Paesi mondiali. Gli Stati che stanno fermando le esecuzioni sono in aumento e, al riguardo, mi sento di dire che alla Toscana va il grande merito di aver creduto in quegli ideali prima di tutti, dimostrando, come il Pegaso, di saper lottare concretamente per la libertà.

In origine alla scelta fortunata di questo simbolo vi fu la volontà del segretario del Comitato di Liberazione Nazionale Toscano, Carlo Ludovico Ragghianti, che ad esso si ispirò. Mentre la Regione per rappresentarlo prese a modello quello raffigurato su una medaglia attribuita al Cellini, in colore nero su campo bianco. E il Pegaso in argento “inserito in uno scudo sannitico con campo rosso” con la scritta “Regione Toscana”, venne quindi riconosciuto come stemma nel febbraio 1995, diventando simbolo della Regione già dalla prima legislatura.

Il mio desiderio è stato da subito quello di poter riunire i Palazzi che accolgono il Consiglio regionale della Toscana, Panciatichi da un lato e Covoni dall’altro, sotto l’unico nome di Palazzo del Pegaso, per dare un’idea unitaria ed abbracciare la storia millenaria della nostra Regione. Desiderio esaudito: benvenuto Palazzo del Pegaso!


Eugenio Giani, Presidente del Consiglio regionale della Toscana
 
 

Il mito di Pegaso

Il cavallo alato Pegaso è il protagonista di uno dei miti più amati e longevi della civiltà occidentale, simbolo, insieme a Perseo e Bellerofonte, dell’eroe che costruisce la pace, combatte il caos e il male e propone valori positivi. Nella mitologia greca era il figlio della Medusa, nato dal collo della madre troncato da Perseo. Con questi prima, e con Bellerofonte poi, compì molte imprese eroiche finché non ritornò tra gli dei, per prendere infine il volo verso la parte più alta del cielo. Qui si trasformò in una nube di stelle scintillanti che formarono la costellazione tuttora chiamata Pegaso. 

Il mito e la rappresentazione di Pegaso attraversano l’arte etrusca e quella romana, fino a riapparire a metà del '500  in due opere: la statua bronzea di Perseo con la testa di Medusa opera di Benvenuto Cellini, collocata nella Loggia dei Lanzi a Firenze, e una medaglia di bronzo attribuita allo stesso  Cellini, realizzata nel 1537 in onore del cardinale Pietro Bembo, conservata al Museo Nazionale del Bargello. A questa è legato l’emblema della Regione Toscana.
 

Il Pegaso  del Comitato Toscano di Liberazione Nazionale

Il Pegaso scelto dalla Regione Toscana deriva originariamente da quello adottato dal Comitato di Liberazione Nazionale Toscano – CTLN, intorno al quale si raccolsero i democratici e antifascisti che collaborarono con le forze partigiane. Il “Cavallino alato”, scelto inizialmente in maniera quasi casuale, divenne ben presto l’insegna ufficiale del Comitato,  stampata sulle fasce tricolori, sulle tessere e, dopo la Liberazione, sulla carta intestata e gli atti ufficiali.

Nel 1971 la Commissione regionale incaricata di studiare e fare proposte circa l’adozione dello stemma e del gonfalone, presieduta da Ernesto Sestan e di cui facevano parte autorevoli studiosi come Ernesto Ragionieri e Ugo Procacci,  propose tra le varie soluzioni anche il Pegaso del CTLN, senza però giungere a una decisione condivisa.

Nel 1975, con la Legge n. 44, il Pegaso fu adottato per il gonfalone con questa motivazione: “il Pegaso assunto dal Comi­tato Toscano di Liberazione trae origine dalla storia della Resistenza da cui, come viene affermato anche nella prima disposizione del­lo Statuto Toscano, è sorta la Repubblica Italiana. Rappresenta quindi la continuità storica tra la lotta di Liberazione, la fondazio­ne del nuovo Stato Italiano e le Regioni”.

Fu nel segno di questa continuità che la bandiera con il Pegaso del CTLN, che l’11 agosto del 1949 - quinto anniversario della liberazione di Firenze - era stata consegnata dal Presidente del CTLN Carlo Ludovi­co Ragghianti al Sindaco di Firenze, Mario Fabiani, ventisei anni dopo, l’11 agosto 1975,  passò dalle mani del neo-sindaco Elio Gabbuggiani a quelle del Presidente della Regione Lelio Lagorio con una cerimonia di consegna in Palazzo Vecchio.
Il Pegaso stilizzato adottato con la legge del 1975, tuttavia, non coincideva ancora con quello attuale e il suo uso era limitato al gonfalone della Regione.
 

La scelta della Regione

Le vicende per la scelta dello stemma proseguirono passando, alla fine del 1975, da un bando per un concorso pubblico, che non approdò a nessuna scelta, e, nel 1993, dalla adozione, come segno distintivo della partecipazione della Regione a iniziative culturali e di comunicazione, del marchio costituito dalla lettera “T” inscritta nel cerchio e nel quadrato del celebre disegno dell’Uomo vitruviano di Leonardo da Vinci.

Finalmente, nel 1994, fu costituito un gruppo di lavoro Giunta-Consiglio, il quale partì dalla constatazione che ormai il Pegaso era riconosciuto come il simbolo della Toscana e che lo stemma dovesse uniformarsi al gonfalone.
Si andò quindi a verificare come il Pegaso fosse stato raffigurato nell’arte in Toscana in modo da ricollegare i valori storico-politici del CTLN con la tradizione storica e artistica che identifica la regione nel mondo.

Per la rappresentazione del cavallo alato fu così proposto il Pegaso raffigurato sulla medaglia attribuita a Benvenuto Cellini, riprodotto, secondo le norme araldiche in uso, in color argento, inserito in uno scudo sannitico con campo rosso, rispettando l’antica bicromia tipica della tradizione toscana già osservata nel gonfalone; il Pegaso era accompagnato dalla scritta “Regione Toscana”.
La scelta fu sancita dalla Legge n. 18 del 1995, con riferimento sia al gonfalone che allo stemma e al sigillo, così da definire in maniera coordinata l’immagine della Regione.

Due anni dopo, con la delibera della Giunta regionale n.21 del 1997, fu approvato il nuovo marchio, che si differenziava dallo stemma, oltre che per le modalità d’uso, per il colore verde anziché rosso.

Dal 2015 con la legge regionale n. 59, che definisce le caratteristiche dei segni distintivi della Regione Toscana, il Pegaso compare anche sulla fascia che distingue il Presidente della Giunta e il Presidente del Consiglio. L’uso e la riproduzione dei segni distintivi sono disciplinati dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 85 del 2016.

Il Pegaso riassume così i valori democratici e la tradizione culturale della Toscana e la rappresenta nel mondo. Per questo la Consulta per la denominazione dei beni regionali, con la sua Deliberazione n. 1 del 2016, ha deciso che l’attuale sede consiliare, i palazzi dove si svolge l’attività del Consiglio che è l’assemblea rappresentativa di tutta la comunità toscana, ossia Palazzo Covoni-Capponi e Palazzo Panciatichi, abbiano come unica denominazione  il toponimo di “Palazzo del Pegaso”.
 
 

Contenuto aggiornato al 8 febbraio 2023