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Palazzo Bastogi

 

Il palazzo fu costruito verso la metà del XVIII secolo per la famiglia Capponi dall’architetto Ferdinando Ruggieri, il quale, recuperando in parte tre manufatti  preesistenti, realizzò un immobile per  grandezza e struttura, anche esterna, simile all’attuale. L’edificio si lega alle vicende di tre importanti famiglie fiorentine: i Poniatowski, i Giuntini e i Bastogi

Tra il 1825 e il 1854 appartenne ai Poniatowski, nobile famiglia di origine polacca, che aprirono le porte della loro dimora alla società fiorentina ed iniziarono una intensa vita mondana.  Amanti della musica, gli stessi padroni di casa si esibivano nel canto nel loro salotto, tenendo concerti anche nei teatri della città. I principi possedevano, tra l’altro, una collezione di cammei antichi, per la quale avevano allestito nel palazzo un apposito ambiente.

Nel 1855 il palazzo fu ceduto a Michele Giuntini, ricco banchiere imparentato con nobili famiglie fiorentine, che affidò all’architetto Giuseppe Poggi l’incarico di ristrutturare e restaurare l’edificio. Il Poggi ampliò l’androne d’ingresso per le carrozze, allungandolo fino al cortile; questo intervento gli consentì di ampliare al piano terreno l’accesso alla scala principale e di realizzare una serra al primo piano. Intervenne sulla facciata eliminandone gli ornamenti di stucco e sostituendo il piccolo terrazzo al centro, munito di ringhiera di ferro, con un altro più grande, dotato di balaustra in pietra. Sul balcone aprì quattro finestre del quartiere da ricevimento, alle quali corrispondevano, al piano terreno, quattro grandi arcate. All’interno del palazzo realizzò una nuova sala da ballo, ampliando quella preesistente ed alzandone il soffitto fino a comprendere in parte il piano superiore. Gli interni furono abbelliti con affreschi ai soffitti ed alle pareti e decorati con stucchi. Vi lavorarono fra gli altri i pittori Giuseppe Bezzuoli e Ottavio Bandinelli.

Nel 1878 il palazzo fu acquistato da Pietro Bastogi, finanziere ed imprenditore, nato a Livorno nel 1808 e deceduto a Firenze nel 1899. Bastogi fu tra i primi deputati del Regno d’Italia, Ministro delle Finanze nell’ultimo gabinetto Cavour e nel successivo gabinetto Ricasoli. La sua attività imprenditoriale finanziaria è legata a varie imprese, tra le quali spiccano la realizzazione delle nuove linee ferroviarie del Meridione d’Italia e lo sfruttamento delle miniere di ferro dell’Isola d’Elba. Pietro Bastogi fu anche un appassionato raccoglitore di libri rari e di autografi, amico di intellettuali del Risorgimento e dell’Unità diede vita ad una consistente collezione di autografi, continuata dal figlio Giovacchino ed infine donata alla biblioteca Labronica di Livorno.

La famiglia subì un tracollo finanziario agli inizi del XX secolo, per cui fu costretta a vendere il palazzo che passò prima all’Automobil Club, successivamente alla Fondiaria Assicurazioni e alla Pirelli, prima di divenire sede della Giunta regionale toscana dal 1995.  Attualmente ospita una parte degli uffici del Consiglio regionale, dopo il trasferimento nel corso del 2008 della Giunta nel palazzo Sacrati Strozzi.

All’interno alcune sale conservano decorazioni di  rilievo. Tra queste spicca il Salone delle Feste, illuminato da un imponente lampadario ottocentesco, con pregevoli affreschi al soffitto e alle pareti e la cosiddetta Sala delle Collezioni, che presenta un soffitto affrescato con una rappresentazione allegorica delle arti.