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Commissione di inchiesta servizi pubblici

Verifica dello stato di attuazione delle norme nazionali in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica

COMUNICATO STAMPA  n. 0099

 
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Asl 1: ascoltati consulente e dirigente della Ragioneria

La Commissione regionale d’inchiesta presieduta da Jacopo Ferri (Pdl) ha ascoltato Giulio Ragghianti, consulente dell’Estav nord-ovest e di alcune Asl, e la dirigente della Ragioneria dell’Asl di Massa Marisa Vernazza

 

7 febbraio 2011

 

Firenze – Quasi tre ore di audizione, in cui si è tentato di ricostruire i passaggi tecnici che possono aver portato al buco nel bilancio dell’Asl 1 di Massa Carrara, che ammonterebbe nel 2009 ad oltre 224 milioni. La Commissione regionale d’inchiesta, presieduta da Jacopo Ferri (Pdl), ha ascoltato questa mattina Giulio Ragghianti, commercialista di Lucca che ha avuto rapporti di consulenza con Asl e Estav nord-ovest, e Marisa Vernazza, dirigente dell’ufficio Ragioneria dell’azienda di Massa Carrara. Ragghianti ha spiegato che la sua consulenza ha riguardato soprattutto l’Estav e la questione di come il nuovo ente debba essere inquadrato da un punto di vista fiscale, e di essersi stupito, una volta saputi i fatti, di come si possano essere verificati fatti del genere in enti dove dovrebbe essere operante un controllo di gestione. Marisa Vernazza, che ha lavorato nella Ragioneria dell’Asl di Massa dal 2004 e che dal 2009, ha chiarito quali fossero il suo ruolo e i compiti svolti nell’azienda: registro e liquidazione delle fatture, verifica degli estratti conto dei fornitori, definizione di migliori procedure amministrative. Vernazza ha ribadito che l’ex direttore amministrativo Ermanno Giannetti ha sempre avocato a sé tutte le procedure, oggi oggetto di contestazione, riguardanti il bilancio. E ha spiegato di essersi resa conto a posteriori, dopo il commissariamento dell’Asl e le verifiche effettuate, di come a partire dal 1998 siano state realizzate varie irregolarità, come ad esempio una prassi che prevedeva la copertura dei disavanzi con l’acquisizione di una serie di note di credito, di fatto inesistenti, che facevano sì che i conti tornassero. L’ammontare di queste note, in qualche caso molto consistente, può aver determinato nel corso degli anni un consistente sforamento. La loro emissione, tuttavia, non compariva dai controlli di routine che gli uffici effettuavano. Nei prossimi giorni la Commissione ascolterà lo stesso Giannetti e altri personaggi coinvolti nella vicenda. (cem)

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