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COMUNICATO STAMPA  n. 840

 
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Accoglienza: il dibattito sulla proposta di legge

Gli interventi di Elisa Montemagni (Lega), Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra), Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt), Paolo Marcheschi (FdI), Monia Monni (Pd), Nicola Ciolini (Pd), Jacopo Alberti (Lega), Paolo Bambagioni (Pd)

 

di Ufficio stampa, 10 luglio 2019

 

Dopo l’illustrazione, è iniziata in aula la discussione sulla proposta di legge “Disposizioni per la tutela dei bisogni essenziali della persona umana”. Nel frattempo, da parte delle opposizioni di centrodestra è stato presentato un pacchetto di oltre duemila fra emendamenti e ordini del giorno. “Questa proposta di legge, presentata a gennaio, torna in aula dopo le elezioni amministrative, perché il presidente Rossi aveva paura di perdere voti”. Ha iniziato così il suo intervento Elisa Montemagni (Lega), sottolineando la sua totale contrarietà a un atto “che va contro i cittadini della Toscana. La Toscana diventerà così uno scivolo per l’immigrazione e il più grande campo profughi di Europa –ha detto la consigliera –. La Giunta sta tentando di far rientrare dalla finestra quello che il governo nazionale ha fatto uscire dalla porta: l’aiuto agli amici delle cooperative”. “Questa è una norma ad hoc contro il ministro Salvini –ha aggiunto –e contro il decreto sicurezza, mentre è grazie alla politica di questo governo che gli sbarchi sono drasticamente diminuiti”.
 
Secondo Paolo Sarti (Sì-Toscana a Sinistra) “questa legge è giusta perché ribadisce i diritti fondamentali di tutti gli uomini, e solo in questo senso è un atto politico. Un governo responsabile dovrebbe  garantire la tutela di tutti, invece di aizzare i cittadini l’uno contro l’altro e far emergere sentimenti retrivi”, ha proseguito il consigliere, sottolineando come, con la diminuzione dei fondi a disposizione per ogni migrante, “tante associazioni di piccole dimensioni che hanno lavorato egregiamente in questo campo spariranno, rimarranno solo i grandi gruppi che non hanno a cuore la qualità del servizio offerto. Adesso ventimila persone rischiano di perdere il posto di lavoro, e sono tutti italiani”.
 
Monica Pecori (Gruppo misto-Tpt) ha osservato che “questo provvedimento non è un meteorite contro i toscani, perché ribadisce che vanno combattuti l’emarginazione e l’abbandono di tutti, che tutti hanno diritto a essere curati e all’alimentazione. È una proposta di buon senso per cercare di arginare il disastro prodotto dal governo nazionale, che aumenta la pletora degli invisibili, i quali in realtà rimangono sul territorio, ma diventano carne da macello”. “Il diritto a una vita dignitosa per tutti gli individui –ha aggiunto la consigliera –deve prescindere da ogni ideologia. La Lega ha iniziato individuando come i nemici i meridionali, poi ci sono stati i rom, ora gli immigrati. Poi chi ci saranno, quelli grassi, quelli alti o con il naso grosso, i marziani?”.
 
“Una proposta di legge illegittima, illegale, faziosa e pregna solo di politica”. Questo il giudizio sul provvedimento di Paolo Marcheschi (FdI), per il quale “così la sinistra fa solo autolesionismo”. “Il fenomeno in passato è stato sottostimato e affrontato male, anche ai tavoli dell’Europa –ha proseguito Marcheschi –e con questo atto la maggioranza mette la Toscana fuori legge. Invece di affrontare tutti insieme il problema di come far funzionare i rimpatri, la Giunta regionale elargisce soldi pubblici a un sistema che gli italiani non vogliono più, e l’hanno dichiarato con il loro voto, invece di aiutare i toscani che sono in difficoltà. L’emergenza sta finendo e le cooperative se ne devono fare una ragione, e tornare a fare quello che facevano prima”.
 
Monia Monni (Pd) ha precisato che il ritardo nella presentazione della legge non è dovuto alle elezioni amministrative “ma al fatto che è stata oggetto di un ampio confronto con tutti gli interessati”. “Salvini fa il gioco degli specchi –ha detto la consigliera –alimenta l’insicurezza degli italiani e poi gioca a fare l’uomo duro ma senza dare risposte serie. Dovevano essere effettuati 600mila rimpatri, ce ne sono stati pochissimi. In Toscana il decreto ha prodotto circa 3mila invisibili che rimarranno comunque sul nostro territorio ma saranno gettati nella rete della criminalità organizzata”. “L’immigrazione non è un’emergenza –ha concluso Monni –ma un problema strutturale legato ai cambiamenti climatici, che sono i veri nemici da combattere. Se essere buonista significa che non si nega a nessuno un pezzo di pane e che i bambini devono essere mandati a scuola, allora voglio scrivere ‘buonista’sul mio biglietto da visita”.
 
Nicola Ciolini (Pd) ha ribadito che “il governo nazionale sta mostrando tutti i suoi limiti.  È riuscito a rimpatriare meno persone che Minniti: nello stesso periodo in cui Minniti ne ha rimandati a casa 3mila 600, Salvini solo 3mila 500. Ci sono difficoltà ad attuare il decreto sicurezza di cui il governo è perfettamente consapevole, dal momento in cui taglia i finanziamenti. In Toscana si stanno verificando problemi per chi deve trattare casi come il disagio psichiatrico di alcune di queste persone e non sa come intervenire, i sindaci ci chiedono che fare perché è ovviamente pericoloso lasciare questi casi in mezzo di strada. Abbiamo la responsabilità di dare una risposta ai nostri territori”.
 
Jacopo Alberti (Lega) ha spiegato che “con la scusa dell’assistenza, che comunque per legge è garantita a tutti in Italia, la Giunta toscana ha creato un canovaccio per distribuire soldi alle cooperative”. “La questione dell’accoglienza va affrontata e chiusa –ha aggiunto il consigliere –; dal momento in cui gli arrivi sono diminuiti di oltre il 90 per cento è evidente che c’è un minore bisogno di assistenza, e ve ne dovete fare una ragione. Per questo la proposta di legge va ritirata”.
 
Paolo Bambagioni (Pd) ha espresso “forte disagio, come consigliere regionale, per una legge che non aggiunge niente di nuovo, ripete solo previsioni che già esistono. Non mi va di discutere mille 200 emendamenti sul nulla –ha aggiunto –. Se questo provvedimento è un segnale, è un segnale sbagliato. Il nostro è un paese impreparato ad affrontare l’immigrazione, anche i governi precedenti hanno fatto gravi errori e questo processo necessita di una revisione. Se non governiamo il fenomeno, siamo responsabili della crescita dell’odio. E mi ha dato fastidio vedere come un paese si blocchi su una barca con 45 persone a bordo, quando le priorità degli italiani sono altre. Serve un governo che produca lavoro, sviluppo e sicurezza e invece nessuno fa nulla e il paese va alla deriva”. “Non mi presto a questo gioco –ha concluso il consigliere –e quindi non partecipo alla votazione di questo atto”. –segue –

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