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COMUNICATO STAMPA  n. 262

 
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Libri: alla scoperta della storia segreta di Firenze

Domani, mercoledì 26 febbraio alle 17, presso la Biblioteca della Toscana “Pietro Leopoldo”, saranno presentati i volumi “Palazzo Cerretani. Due millenni di storia” e “Archeologia invisibile a Firenze”, entrambi per i tipi delle Edizioni dell’Assemblea. Porteranno i saluti il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, e l’assessore alla Cultura, Monica Barni

 

di Ufficio Stampa, 25 febbraio 2020

 

Due libri, entrambi Edizioni dell’Assemblea, per conoscere meglio la storia di Firenze, dal suo sorgere fino ai giorni nostri, saranno presentati domani, mercoledì 26 febbraio alle 17, presso la Biblioteca della Toscana “Pietro Leopoldo” (piazza dell’Unità 1, Firenze). Nello specifico si tratta dei volumi
“Palazzo Cerretani. Due millenni di storia”, a cura di Maurizio Martinelli e Stefania Salomone, e “Archeologia invisibile a Firenze. Storia degli scavi e delle scoperte tra San Lorenzo, Santa Maria Novella e Fortezza da basso”, a cura di Monica Salvini e Sara Faralli.
 
Porteranno i saluti il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, e l’assessore regionale alla Cultura, Monica Barni. Interverranno Emanuela Ferretti, Scuola di architettura dell’Università di Firenze, e Monica Salvini, della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. Saranno presenti gli autori.
 
Con “Palazzo Cerretani. Due millenni di storia” la Regione Toscana intende proseguire e rafforzare l’opera di valorizzazione e diffusione della conoscenza del Palazzo Cerretani. La storia del palazzo abbraccia infatti un periodo molto lungo, che inizia nell’età romana e giunge fino alla metà del Novecento. La Regione Toscana ha acquistato Palazzo Cerretani, ora una delle sue sedi più prestigiose, nel 2004, e l’intervento di restauro e adeguamento dei locali ha rappresentato una grande occasione per restituire ai toscani un palazzo davvero ricco di storia. Il volume raccoglie interventi di vari autori responsabili dei lavori, della ricerca storica propedeutica ai restauri, e infine dell’attuale utilizzo e valorizzazione del palazzo. Un bellissimo viaggio, lungo duemila anni, nella storia di Firenze: dal vino dei romani ai libri sull’identità della Toscana, dai reperti archeologici ai progetti dell’architetto Michelucci e del Gruppo Ferrovie.
 
 “Archeologia invisibile a Firenze”, invece, ci porta alla scoperta delle testimonianze archeologiche che rappresentano un livello di lettura delle città italiane, la cui nascita risale nella maggioranza dei casi ad epoca pre-romana, romana o medievale. Le costruzioni o livelli di vita di epoca antica venuti in luce, oggi come in passato a seguito di lavori pubblici e privati, salvo rari casi, sono ricoperti, dislocati o rimossi diventando quindi invisibili alla comunità alla quale, invece, appartengono di diritto rappresentando il proprio background culturale. La non visibilità delle tracce antiche, che non deve essere comunque confusa con la perdita della loro memoria, dovrebbe piuttosto rappresentare la trama per la lettura dello sviluppo urbano. La perdita della memoria di ciò che si trova nel sottosuolo rappresenta una grave ferita alla cultura di una città. Proprio per questo gli sforzi degli archeologi e di chi si occupa di cultura, oltre la necessaria tutela, devono essere indirizzati a portare alla conoscenza di un più vasto pubblico quanto scoperto. A questo scopo è stato pensato il volume, che illustra scavi recenti e recentissimi svoltisi nel settore della città compreso tra tre grandi poli: la basilica di San Lorenzo, la basilica di Santa Maria Novella e la Fortezza di San Giovanni. Ne è derivato una stratigrafia di “paesaggi” disposti fuori dalle mura, prima romane e poi medievali, occupati da una fitta rete stradale, da impianti industriali, artigianali e necropoli in epoca romana, dal tessuto urbano medievale compreso tra le due successive cinte murarie, duecentesca e trecentesca, nonché dalla “razionalistica” creazione di un vuoto urbano per far posto alla odierna stazione fiorentina.
 
 

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