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COMUNICATO STAMPA  n. 1281

 
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Cooperazione di comunità: cambia volto con la nuova legge regionale

All’unanimità la commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd), licenzia una proposta di legge, che modifica la disciplina attuale. Il loro interesse è quello generale delle comunità in cui operano e devono favorire la partecipazione dei cittadini. Possono nascere anche nelle aree metropolitane e nelle periferie urbane

 

di Ufficio Stampa, 29 ottobre 2019

 

 

Cambia il volto della cooperazione in Toscana. All’unanimità la commissione Affari istituzionali, presieduta da Giacomo Bugliani (Pd) ha licenziato alcune modifiche alla legge regionale 73/2005, che punta alla promozione e consolidamento delle imprese cooperative, tenendo conto delle loro specificità e valorizzandone le tradizioni storiche, che nella nostra regione affondano le radici nella seconda metà dell’Ottocento.
 
In riferimento alla cooperazione di comunità, un articolo di un solo comma viene sostituito da un articolo di otto commi proprio per rafforzare il loro specifico ruolo nelle comunità locali, definendone in dettaglio le caratteristiche generali, l’inquadramento giuridico, il contesto di azione, il quadro complessivo delle attività.
Sono interessate dalla legge le società cooperative costituite ai sensi dell’articolo 2511 e seguenti del codice civile, iscritte all'Albo delle cooperative di cui all’articolo 2512 del codice civile e all’articolo 223-sexiesdecies delle disposizioni per l'attuazione del codice civile.  In particolare tali cooperative sono costituite con l’obiettivo di soddisfare i bisogni della comunità locale in cui operano, migliorandone la qualità sociale ed economica della vita. Le attività che le caratterizzano sono: attività socio economiche eco-sostenibili, recupero di beni ambientali e monumentali, creazione di offerta di lavoro. L'interesse perseguito dalle cooperative di comunità è l'interesse generale della comunità stessa e la promozione della partecipazione dei cittadini alla gestione di beni e servizi collettivi.
Più in dettaglio la nuova normativa contiene la specificazione dei patrimoni collettivi che sono in possesso delle comunità locali e che si intendono valorizzare, quali le risorse territoriali, le competenze, le vocazioni e le tradizioni culturali. Viene specificata anche la loro localizzazione in aree montane, aree interne o a rischio di spopolamento, zone caratterizzate da condizioni di disagio socio-economico e di criticità ambientale, facendo in tal modo riferimento a specifiche zonizzazioni del territorio regionale, elaborate tramite Irpet e già contenute negli atti dell’amministrazione regionale. Non solo. Si amplia il riconoscimento e la promozione regionale anche a contesti diversi, come le aree metropolitane e le periferie urbane, dedicando una particolare attenzione alle aree urbanizzate in cui si registrano problemi di scarsità dei servizi e presenza di marginalità sociali.

Possono diventare soci tutti i soggetti previsti dalla normativa nazionale che appartengono alla comunità interessata e coloro che la sovvenzionano o che operano con essa. Oltre alle persone fisiche, quindi, anche le organizzazioni del terzo settore, che hanno sede legale nella comunità interessata e che dichiarano espressamente di svolgere in maniera prevalente le loro attività nei confronti della comunità stessa.

Sono previste a favore delle cooperative di comunità specifiche concessioni da parte della Regione e dei suoi enti dipendenti, come pure da parte degli enti locali, aziende ed enti del servizio sanitario regionale secondo i rispettivi ordinamenti. Per valorizzare determinate zone del territorio urbano o extraurbano, sulla base di una specifica proposta presentata dalle cooperative stesse, può essere concesso l’utilizzo di aree e di beni immobili inutilizzati, per il loro recupero e riuso con finalità di interesse generale. Enti locali, aziende ed enti del servizio sanitario regionale hanno così la possibilità concreta di valorizzare beni ed aree mediante il conferimento degli stessi alle cooperative di comunità. Eventuali contributi di carattere finanziario saranno erogati mediante bando come prevede la normativa sugli aiuti di Stato.
 
 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana