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COMUNICATO STAMPA  n. 1356

 
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Rifiuti: Alia e Ato Toscana Centro in commissione

Controllato e controllore confermano deficit impiantistico. In particolare non si riesce a collocare il rifiuto finale che ha caratteristiche tali da poter essere smaltito in discarica e che proprio qui trova la sua ultima destinazione. Il presidente Giacomo Giannarelli: “Basta poco per far saltare il sistema”

 

di Ufficio Stampa, 5 dicembre 2018

 

Ato Toscana Centro e Alia servizi ambientali al tavolo della“commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti”, presieduta da Giacomo Giannarelli (M5s).
Controllato e controllore, rispettivamente Alessia Scappini amministratore delegato di Alia e Sauro Mannucci direttore dell’Ambito territoriale sono stati ascoltati questo pomeriggio, mercoledì 5 dicembre, e hanno confermato il deficit impiantistico.

In particolare il direttore Mannucci ha rilevato che un “diverso disegno degli ambiti” avrebbe comportato un “diverso livello di autosufficienza, ma la pianificazione aveva ipotizzato una certa dotazione impiantistica e quindi questa distribuzione aveva senso”.
Mannucci ha poi parlato della gestione dei flussi dei rifiuti tra Centro e gli atri due ambiti, Toscana Costa e Toscana Sud, autosufficienti per il trattamento del rifiuto urbano indifferenziato perché “semplicemente hanno più spazi negli impianti di trattamento meccanico biologico e nelle discariche”.
La distribuzione dei flussi è stata calcolata in relazione alle capacità impiantistiche. In particolare l’accordo con Ato Sud prevede il conferimento di un massimo di 100mila tonnellate l’anno di rifiuti tra indifferenziati e da trattamento di rifiuto indifferenziato, ripartito in un massimo di 60mila tonnellate a trattamento e il resto in discarica. “Questi dati sono ‘a scorrimento’ - ha spiegato il direttore - nel senso che il totale deve sempre fare 100 e la quota a trattamento non deve superare le 60mila tonnellate “. Stesso meccanismo di conferimento è quello previsto con Ato Costa  con la differenza che i due limiti sono fissati in 110mila tonnellate anno in discarica e fino a 60mila a trattamento per un totale di 170mila tonnellate l’anno. Toscana Sud ha però impianti “in parte esauriti e in parte obsoleti”, tanto che il conferimento è “sempre minore rispetto a quanto previsto dall’accordo” ha ammesso Mannucci.
 
Sul fronte del controllato, l’amministratore delegato della società nata dall’aggregazione tra Quadrifoglio Spa, Publiambiente Spa, ASM Spa e CIS Srl, ha parlato della produzione dei rifiuti indifferenziati. “Il totale delle tonnellate annue ammonta a 300mila, la raccolta indifferenziata è intorno al 60,5 per cento e il traguardo al 2020, con tutti i progetti di trasformazione che abbiamo, è quello di superare al 70 per cento” ha detto Scappini.  
Il focus sull’indifferenziato reso dall’amministratore delegato di Alia fotografa 70mila tonnellate di raccolto che vanno “direttamente fuori Ato, ma Alia gestisce quotidianamente anche i rifiuti che vengono trattati all’interno dei suoi impianti, che producono rifiuti da scarti di rifiuto urbano per quantitativi che vanno completamente a colmare le disponibilità degli altri due Ato”. Quindi, secondo Scappini, “le tonnellate che migrano non sono solo 70mila, ma molte di più”. L’Ad ha spiegato meglio il passaggio rilevando che i rifiuti urbani trattati “producono flussi di rifiuti che vengono catalogati come rifiuti speciali . Ma sono sempre rifiuti che hanno bisogno di una autosufficienza e una capacità impiantistica”. “Dal trattamento meccanico biologico - ha continuato - trattiamo il rifiuto urbano dal quale esce un 30 per cento di sottovaglio (la frazione pesante ndr) che deve essere stabilizzato. Toscana Centro non ha la capacità di stabilizzare completamente questa frazione e quindi rientra nelle capacità di trattamento messe a disposizione di Ato Costa” (Ato Sud non ha capacità di trattamento e stabilizzazione del sottovaglio ndr). Dall’altro 70 per cento si dovrebbe produrre il 30 per cento di Css (combustibile solido secondario), ma “esiste un problema di recupero energetico  a livello regionale e anche nazionale” ha rilevato Scappini per cui non è possibile collocare il rifiuto finale che ha caratteristiche di matrice secca, quindi può andare in discarica, “dove trova la sua ultima collocazione”.
 
Da quanto detto Scappini e dall’analisi sulla mancanza di impianti che trattano rifiuti speciali - “la pianificazione guarda sempre a impianti per i rifiuti urbani” ha rilevato l’Ad di Alia -, il presidente Giannarelli ha osservato che “basta poco per far saltare il sistema”.
Un sistema peraltro in cui c’è ancora incertezza sul costo della raccolta differenziata porta a porta. Questione sollevata da Giannarelli che ha trovato solo una risposta parziale. Il direttore di Ato ha detto, infatti,  che sono in corso verifiche: “Siamo al primo anno di concessione, stiamo mettendo in piedi sistemi di regolamentazione e controllo”. L’Ad di Alia si è invece impegnata per fornire alla commissione un report ragionato nei prossimi giorni.
 
Nel corso dell’audizione è stato sollevato anche il caso di Cava Fornace, la discarica di Montignoso su cui il Consiglio regionale si è espresso più volte all’unanimità con atti di indirizzo specifici (l’ultimo il 1 agosto scorso). Sul punto Scappini ha chiarito:  “agli atti c’è un’autorizzazione che prevede un completamento. Solo la Regione può adottare un atto di revoca”.

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