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Paolo Marcheschi (Fratelli d'Italia): "Avremmo voluto più coraggio. Inserito nostro emendamento per confisca beni a commercianti abusivi"


Il consigliere regionale di Forza Italia Maurizio Marchetti: "Lavoro importante ma c'è ancora molto da fare per alleggerire burocrazia pesante"

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COMUNICATO STAMPA  n. 1202

 
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Economia: in Aula il nuovo Codice toscano del commercio. Il dibattito (2)

Gli interventi di Roberto Salvini (Lega), Paolo Marcheschi (FdI), Maurizio Marchetti e Roberto Biasci (Forza Italia). La replica dell’assessore regionale Stefano Ciuoffo

 

di Ufficio Stampa, 7 novembre 2018

 

“E’ una legge che creerà estrema  confusione, evasione fiscale, lavoro nero  a causa di una concorrenza fuori controllo - ha sottolineato Roberto Salvini (Lega)  nel suo intervento sul nuovo Codice del commercio -. L’esatto contrario di ciò di cui la Toscana ha bisogno in un momento di crisi industriale pesante, che si riflette anche nel commercio”. Per questo Salvini ha annunciato la presentazione di numerosi emendamenti per renderla “meno dura”.
Paolo Marcheschi (FdI) ha ricordato “che il mercato si muove molto  più velocemente del legislatore, costretto a rincorrerlo”.  Tutto questo all’interno di norme nazionali “molto datate”. A suo parere sarebbe stato necessario “maggiore coraggio” su alcune “zone grigie”, come appunto le sagre o le attività dell’associazionismo in genere.  Non è stato, inoltre, raccolto “il grido dei sindaci sui minimarket”.  Perplessità anche sull’esclusione dalla concertazione delle associazioni degli ambulanti. “La norma sui temporary store di Lucca serve solo a un Comune non dovrebbe entrare in una legge quadro regionale”   ha dichiarato, infine, Marcheschi, annunciando un emendamento.
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               “Non "Non mi sento di dare un giudizio negativo sul lavoro fatto. E’ stato un percorso  lungo, che ha visto una concertazione importante, anche se non capillare – ha dichiarato Maurizio Marchetti (Forza Italia) –. Siamo intervenuti su una normativa esistente, introducendo elementi di liberalizzazione, che si trovano favorevoli. I centri commerciali naturali, i distributori  di carburante. Non saremmo intervenuti sulla vendita dei giornali". Marchetti si è, infine, soffermato sugli aspetti legati ala burocrazia, che ha costi e tempi importanti
“Dobbiamo lavorare per alleggerirla - ha concluso -. Su questo il Consiglio  dovrebbe assumersi un impegno formale”.

 Un richiamo alla “centralità dell’edicola” è stato fatto anche da Roberto Biasci (Forza Italia). L’assessore regionale al commercio Stefano Ciuoffo ha sottolineato l’importanza del Codice per la Toscana, “un elemento di governo vero, un tentativo di proporre una visione organica, che crei sostenibilità, complementarietà, e dia a tutti i territori della Toscana un’opportunità, tenendo conto della loro complessa specificità”. Ecco i punti principali su cui l’assessore ha fatto alcune puntualizzazioni. Sulla concertazione ha precisato che la scelta è stata per associazioni  con  rappresentatività ampia e generale.  Sull’articolo 12 la formulazione  della Commissione ha permesso di superare “le mie perplessità sui limiti dimensionali, in una legge che non ha la possibilità di valutare la sostenibilità dei territori”, rimandando al Pit.  Sull’articolo 25  viene riconosciuto il ruolo specifico dell’attività, con la necessaria flessibilità.  Sull’articolo 35 ha precisato che, “in assenza di riferimenti nazionali, abbiamo introdotto alcune regole per le assegnazioni, con il riconoscimento per coloro che ci lavorano ed hanno lavorato in passato”. Sull’articolo 44, secondo comma, ha sottolineato che si assegni ai Comuni  un ruolo certo nelle  verifiche.  Sull’articolo 50 “si dà la possibilità ai Comuni di prevedere un’autorizzazione per l’apertura di nuove attività o di limitarsi alla Scia”. Sull’articolo 52 si è intervenuti sulle  sagre, che “talvolta  mascherano vere e proprie attività commerciali, con una concorrenza sleale non più tollerabile”.  Sull’articolo 53 c’è la valorizzazione degli alberghi che forniscono ai propri clienti un servizio aggiuntivo, colmando così la lacuna del Testo unico sul turismo. “I centri commerciali naturali sono  un’esperienza positiva, che possono diventare qualcosa di più dell’esistente con il coinvolgimento delle associazioni di categoria  – ha concluso Ciuoffo – mentre era necessario intervenire sulle aree di  crisi, che hanno  bisogno di una risposta specifica”.

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