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COMUNICATO STAMPA n. 1366
Difesa civica: Franchini, attenzione alla discriminazione tra cittadini
L'intervento del Difensore toscano: in Italia non esiste difesa civica nazionale. Il caso degli italiani che vivono all'estero
6 ottobre 2017
Firenze – A dare voce sforzi, meriti e impegno degli uffici regionali del Difensore civico toscano ci pensa
Lucia Franchini, il primo degli interventi previsti al seminario di appronfondimento. Il Difensore regionale ricorda il ruolo fondamentale della difesa civica: “Essere strumento di democrazia deliberativa per facilitare la comunicazione tra cittadino e istituzione, prevenire le contese e dove i conflitti si realizzano adottare ogni forma di conciliazione per la risoluzione condivisa del problema”. Per Franchini, in Italia assistiamo ad una ‘discriminazione al contrario’, “ossia il cittadino privo di qualificazione (detenuto, infante, immigrato) non ha, a livello nazionale, la possibilità di usufruire del servizio stragiudiziale gratuito perché non esiste una difesa civica nazionale”. Uno spunto ulteriore riguarda i cittadini italiani che vivono all’estero: “All’anagrafe degli italiani residenti all’estero sono 5milioni con diritto di voto”, ricorda il Difensore toscano. “Negli ultimi anni il Coordinamento nazionale dei difensori civici regionali e delle province autonome ha sperimentato una qualche surroga di servizio a livello nazionale, usufruendo di un ‘workflow’ gratuito e del volontariato dei funzionari delle singole difese civiche regionali. Non è possibile pubblicizzarlo proprio per la precarietà degli strumenti messi a disposizione, ma vi assicuro che una percentuale non inconsistente di domande e richieste ci previene anche dai nostri italiani all’estero, che comunque mantengono rapporti fiscali, patrimoniali, culturali con il nostro paese”. (Cam)
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