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COMUNICATO STAMPA  n. 1110

 
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Consiglieri regionali: abrogata la legge sulle procedure per insindacabilità

Via libera all'unanimità a una proposta di legge che cancella la disciplina sui consiglieri regionali chiamati in giudizio per opinioni espresse nell'esercizio delle loro funzioni

 

26 luglio 2017

 

Firenze – Sì all’unanimità da parte del Consiglio regionale alla proposta di legge che abroga la legge regionale 21 del 2003 “Norme in materia di valutazione di insindacabilità dei consiglieri regionali, ai sensi dell’articolo 122, comma 4, della Costituzione”. La proposta è stata presentata dalla Giunta per le elezioni del Consiglio regionale, e vede come prima firmataria la sua presidente Monia Monni (Pd).
Come ha ricordato Giacomo Bugliani (Pd), presidente della commissione Affari istituzionali che ha illustrato la proposta di legge in aula, nell’ordinamento  toscano il consigliere che viene chiamato a rispondere davanti all’autorità giudiziaria per le opinioni espresse e i voti dati nell’esercizio delle sue funzioni, ne dà immediata comunicazione al presidente del Consiglio regionale. Il Consiglio ha trenta giorni di tempo per esprimersi, previa istruttoria della Giunta per le elezioni; qualora il Consiglio regionale deliberi con motivazione l’insindacabilità, il presidente del Consiglio regionale trasmette la decisione immediatamente all’autorità giudiziaria. Ma la Corte costituzionale ha specificato che le deliberazioni consiliari, a differenza di quelle assunte dalle due Camere a livello nazionale, non inibiscono in alcun modo l’azione giurisdizionale. Per questo le “disposizioni contenute nella legge regionale finiscono per essere meri adempimenti procedurali, privi di efficacia nei confronti dell’autorità giudiziaria. Alla luce di tutto questo e per evitare aggravi procedurali a carico dell’assemblea legislativa, la proposta di legge ne propone il superamento”. L’insindacabilità comunque, ha sottolineato Bugliani, “continua ad essere garantita dalla Costituzione”.
Giovanni Donzelli (Fratelli d’Italia) ha posto l’accento sul fatto che il Consiglio deve solo valutare se il consigliere abbia espresso le opinioni incriminate durante l’esercizio delle sue funzioni o meno, mentre la libertà è già garantita dalla Costituzione. “I problemi nascono per altre cause – ha proseguito –. Io ritengo mio dovere di consigliere denunciare il tema delle garanzie escusse da Fidi Toscana senza rispetto delle regole, denunciare i legami tra Banca Etruria e gli affari della famiglia Renzi, chiedere alla Regione che verifichi che sia stato fatto tutto quello che doveva essere fatto per evitare abusi edilizi nel campeggio di Rovezzano. Davanti a ciò la posizione dell’aula doveva essere scontata, invece si è cincischiato, e questo è imbarazzante”. “Voto dunque a favore di questa legge – ha proseguito il consigliere – non perché sia sbagliata la legge che abroghiamo, ma perché è sbagliata l’aula. Davanti a un imbarbarimento della politica, che non riesce a giudicare liberamente quando si tratta degli affari della famiglia Renzi, mi sento più tutelato da un giudice che da questa maggioranza Pd”.
Monia Monni ha invitato “ad evitare personalizzazioni che non c’entrano assolutamente nulla con lo spirito della legge”. “L’intento – ha spiegato – è solo quello di procedere a una semplificazione delle regole. Vogliamo abolire una valutazione che è più di carattere politico e che ha poco a che vedere con il diritto all’immunità previsto per i parlamentari, in modo da alleggerire il lavoro delle istituzioni”.
Marco Casucci(Lega nord) ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo “perché dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2007 si tratta di un atto scontato, ormai tutte le Regioni stanno intraprendendo questa strada”.
Anche Giacomo Giannarelli (Movimento 5 Stelle) ha annunciato il suo sì, “dato che esistono gli organi giudiziari che hanno un ruolo di terzietà; si va solo a togliere qualcosa che è in più”. Giannarelli si è detto anche concorde con le valutazioni espresse da Donzelli.
Voto favorevole annunciato infine anche da Manuel Vescovi (Lega nord), in considerazione del fatto che “il giudice può non tenere conto di quanto espresso dal Consiglio regionale. Non fosse stato così – ha spiegato Vescovi – avremmo detto di no”. (cem/dp)
 

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