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COMUNICATO STAMPA  n. 0561

 
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Depurazione industriale: il dibattito (3)

Gli interventi di Elisa Montemagni (Lega), Massimiliano Pescini (Pd), Vincenzo Ceccarelli (Pd), Irene galletti (M5S), Alessandro Capecchi (FdI), Marco Landi (Lega)

 

di Benedetta Bernocchi, 26 maggio 2021

 

“Questa proposta di legge è stata portata in commissione per ben due volte, per chiarire un fatto che tiene la politica sulle pagine dei giornali da tanto tempo”. Così interviene Elisa Montemagni (Lega), questa mattina in Aula, nella prosecuzione del dibattito sulla proposta di legge che intende abrogare l’emendamento al centro dell’attenzione dopo l’apertura dell’inchiesta Keu. “Nel Pd sembra si giochi allo scaricabarile. Dov’è il consigliere Pieroni - continua Montemagni - il primo firmatario dell’emendamento? E vorrei sentire anche gli altri firmatari, perché presentare un emendamento presuppone la responsabilità, soprattutto verso i cittadini, l’ambiente, la salute e il territorio”. “Non dico che la Toscana sia terra di mafia ma soggetta a infiltrazioni mafiose ed è con l’approvazione di certe leggi che rischiamo di favorire queste infiltrazioni. Noi voteremo la pdl 40 - continua Montemagni - perché riteniamo di dover superare dal punto di vista giuridico legislativo un grave errore fatto dal Pd, perché una legge di manutenzione è stata trasformata in una bomba ad orologeria per il territorio, per i cittadini e per l’ambiente”.
 
Massimiliano Pescini (Pd) afferma che “si deve parlare della cancellazione di un emendamento e del ripristino della legge”. Pescini domanda: “C’è stato, in questi mesi, da quando è stato approvato quell’emendamento, un calo di tensione nei controlli, dalla Regione? c’è stato un venir meno ai propri compiti già sanciti dalla legge? La risposta è no. Dunque noi oggi, per valutazioni che riguardano la tutela dell’ente, lo cancelliamo”.  “Non c’era nessuna intenzione da parte dei firmatari - ribadisce - di fare qualcosa di diverso dall’ascolto di un settore produttivo”.  Pescini continua: “Parlare non significa meno rigore, meno controlli e meno tutela ambientale”, ma significa “avere un rapporto virtuoso con il tessuto produttivo attraverso accordi pubblici come sono quelli di distretto”. “Siamo convinti di rappresentare la Toscana migliore – conclude, - quella che produce e lavora, che rispetta l’ambiente, attenta alla salute e alle persone e che lotta contro le mafie e la criminalità organizzata, lo facciamo con le leggi”.
 
Inizia con alcune premesse l’intervento del capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli. La prima è che “la discussione non ha niente a che fare con il Keu né con i collegamenti reali o forzati con la ‘ndrangheta, bensì stiamo parlando di un emendamento che voleva intervenire sul regime delle acque reflue”. La seconda premessa riguarda il “profilo di dubbia legittimità di quell’emendamento che è di legittimità costituzionale rispetto ad una legislazione concorrente con lo Stato e non di dubbia legalità”.  “Sento parlare di un sistema toscano al limite riguardo a questa autorizzazione - aggiunge Ceccarelli - questo deriva da un percorso iniziato nel 2004 che ha portato a sistema di depurazione mista tra trattamento dei reflui industriali e civili che stanno nel perimetro della programmazione e della depurazione. Quel protocollo ha consentito di avere l’ancoraggio normativo affinché queste cose si potessero fare a vantaggio dell’ambiente; invece di due depurazioni separate, abbiamo avuto la possibilità di una depurazione mista. Questo è il motivo per cui non ci siamo opposti a un atto che voleva abrogare l’emendamento, ed abbiamo presentato una risoluzione per superare le attuali criticità inerenti della depurazione delle acque reflue che abbia come obiettivo le modifiche della legge 20”. La motivazione più forte per superare l’emendamento, conclude Ceccarelli, è “la salvaguardia del regime degli impianti misti”. Il capogruppo ha ricordato che a quell’emendamento nessuno votò contro, e “ora siamo tutti d’accordo per ritornare a una condizione normativa che salvaguardi tutto il percorso e gli investimenti che dal 2004 ad oggi sono stati fatti per salvaguardare tutto il distretto, e siamo convinti che tutti insieme siamo a dire no al malaffare e che combattiamo mafia”. 
 
Annunciando il voto favorevole all’abrogazione dell’emendamento, Irene Galletti (M5S) afferma che “se l’ex presidente Rossi ha affermato che avete fatto una stupidaggine, qui voi mettete su un tribunale contro le opposizioni. Mi devo sentir dire che siamo noi che non portiamo rispetto alla magistratura invece di sentire che c’è stato un arrocco da parte della maggioranza”. “Uscendo da qui - continua Galletti- le persone dicono che questa maggioranza si piega agli interessi dei privati. Qualche slabbratura nel sistema istituzionale c’è stata. Non si può sentir dire che è l’opposizione ad avere responsabilità“.
 
Nel preannunciare il voto favorevole Elisa Montemagni (Lega) definisce “surreale il proseguo di questa discussione” e di “dubbia moralità istituzionale” l’emendamento.
 
Anche Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) annuncia il voto favorevole del suo gruppo. E ricorda che “fu Arpat a scrivere che le quantità giornaliere di percolato di discarica superavano i 75mmg il giorno” e “per questo l’installazione del consorzio Aquarno doveva essere soggetta all’autorizzazione integrata ambientale”. Arpat definisce “questo impianto privato. Come ha detto Ceccarelli, l’unicum toscano deriva dalla gestione di alcuni impianti che mischiano reflui industriali e civili. Nel caso di Aquarno si tratta di 30mila metri cubi di roba scaricata nel fosso dell’Usciana al giorno”. Capecchi sottolinea che già il parere nel 2017 da parte di Arpat evidenziava “il rischio che continuare ad inserire questi impianti all’interno del sistema integrato idrico fosse un errore” tanto è vero che “il parere che accompagna la proposta di legge di oggi dice che ciò si fa a seguito di una rinnovata valutazione”. Si ribadisce che “la scelta delle Regione Toscana di mischiare reflui industriali e civili ,quando quelli industriali sono la maggioranza, deve essere quella di sottoporre l’impianto a tutte le prescrizioni più stringenti
 
Marco Landi(Lega) portavoce dell’opposizione, dicendosi favorevole all’abrogazione dell’emendamento, spiega che “però la questione politica non finisce”.  “Stiamo cercando di capire la ratio di questo emendamento e chiedo alla consigliera Meini che venga audito in commissione d’inchiesta l’ex presidente Rossi, perché ci preoccupa anche la questione politica”.

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