Cultura: Michelangelo e la Firenze medicea a teatro in Palazzo Vecchio
Presentato al Palazzo del Pegaso l’evento teatrale su testo di Vincenzo Arnone. La Sala d’Arme in Palazzo Vecchio diventerà un vero palcoscenico virtuale. Il presidente Giani: “Nel testo il senso della storia più profondo ed identitario di Firenze”
di Ufficio Stampa, 5 febbraio 2019
“Michelangelo e la Firenze medicea” di Vincenzo Arnone è l’evento teatrale che si svolgerà sabato prossimo 9 febbraio in Sala d’Arme di Palazzo Vecchio a Firenze, nel quadro delle iniziative per la Festa della Toscana 2018.
“Don Vincenzo Arnone è un grande storico, che ama il teatro, nel quale sa portare il senso della storia più profonda e più identitaria di Firenze e Michelangelo è l’artista che più si identifica con la città - ha osservato il presidente del Consiglio regionale
Eugenio Giani, nella conferenza stampa di presentazione dell’evento al Palazzo del Pegaso –. Basti pensare alla sua opera, il David, il giovane intelligente e scaltro che sconfigge con la fionda la forza bruta di Golia, vero simbolo della città, che in quel momento si sta proponendo al mondo con il prodotto più alto e autentico della sua storia, il Rinascimento”.
L’incontro a Roma tra il vecchio Michelangelo ed il giovane Vasari nel 1550, che fa ricordare a entrambi la loro passata esperienza a Firenze, in particolare a Michelangelo la frequentazione della casa dei Medici e dell’Accademia platonica, è al centro del testo teatrale.
“E’ una memoria nostalgica, drammatica, con i ricordi della sua giovinezza, di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola, di Savonarola, di Lorenzo il Magnifico – ha spiegato Vincenzo Arnone – L’Accademia filosofica parlava di ‘renovatio’ (rinnovamento) della cultura attraverso le parole e la filosofia di Platone, che agli occhi di Marsilio Ficino era diventato quasi un Dio. Nel dramma rivive tutta la Firenze tra la fine del Quattrocento ed i primi del Cinquecento, con la morte del Magnifico e tutto ciò che avviene nel pensiero, nell’arte e anche nell’architettura di quel periodo”.
Lo spettacolo, con quindici giovani attori dell’Accademia teatrale che si alternano nei vari ruoli, è reso particolarmente coinvolgente da una colonna sonora originale e dalle scenografie. “Ci sono sistemi di proiezione multimediale realizzati dall’istituto TeCip della Scuola Sant’Anna di Pisa – ha sottolineato il regista
Pietro Bartolini - Nella rappresentazione drammaturgica sono incastonate alcune perle che per la prima volta vedono una rappresentazione scenica: come alcuni estratti della Monna Lisa di Giulio Verne, delle Laudi di Lucrezia Tornabuoni madre di Lorenzo e Cosimo, dei dialoghi d’amore di Leone Ebreo”.
“La Sala d’Arme diventerà un palcoscenico virtuale con proiezioni e grafica in 3D – ha precisato
Chiara Evangelista del laboratorio PERCRO dell’istituto TeCIP della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa – nel quadro di un più ampio progetto di ricerca sulle tecnologie per le perfomance e la pedagogia teatrale”.
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