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COMUNICATO STAMPA  n. 1184

 
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Le braccia al collo. Amore e politica nel ‘68

E’ stato presentato a palazzo del Pegaso l’ultimo libro di Olivo Ghilarducci. Interventi di Giani, Baccelli, Chiti

 

di Ufficio stampa, 5 novembre 2018

 

“C’è uno slogan che ha percorso tutto il Sessantotto: il privato è politica. L’impegno era così coinvolgente, che tutto veniva vissuto in funzione del fine politico: la trasformazione della società. E’ questo un aspetto, che emerge con forza dal libro e, con il racconto autobiografico, ci consente di ripercorre questi eventi in tutte le loro sfaccettature”.  Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, intervenendo alla presentazione del libro di  Olivo Ghilarducci Le braccia al collo. Amore e politica nel ’68  al palazzo del Pegaso per iniziativa dell’Associazione dei consiglieri onorari della Toscana, guidata da Angelo Passaleva, già presidente dell’Assemblea toscana.
L'autore narra le vicende politiche e sentimentali di un giovane studente lucchese, cattolico, non violento, che si trasferisce a Roma in uno degli anni più intensi vissuti dal nostro paese e inizia un cammino di crescita individuale maturando l’impegno  verso la collettività e la vocazione politica nel movimento studentesco. Un percorso di impegno civile, speranza di poter migliorare la società, passione e amore per una donna: Giuliana.  
Sulle  tappe di quel cammino si è soffermato Stefano Baccelli, presidente della  Quarta commissione del Consiglio regionale,  citando alcuni aneddoti.   “Di fronte ai  genitori che si agitano, dopo averlo visto in televisione  – ha ricordato – Sono le zie suore a dire loro: un cristiano non può fare a meno di impegnarsi in politica per una maggiore  giustizia sociale”.  “La  politica non è una facoltà dell’agire - ha commentato  Baccelli - La politica è un obbligo morale, per  il  buon cristiano e per  il buon cittadino”  .                                                         
“ Il Sessantotto  è stato un momento che ha cambiato i rapporti tra persone e potere, ha dato più forza al processo di liberazione della donna. Questo è diventato patrimonio collettivo -  ha sottolineato Vannino Chiti, già presidente della Regione Toscana -. Altre cose sono rimasti sogni, come la democratizzazione dei poteri o la fratellanza universale. Sogni giusti, ma sogni”.

 
 
 
 
 

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