COMUNICATO STAMPA n. 0309
Sanità: zone distretto, Scaramelli propone percorso inclusivo per modifica pdl
Il presidente della commissione: "Prepariamo emendamenti che raccolgono anche istanze delle opposizioni. Non stravolgeremo l'impianto della legge, ma terremo conto di quello che abbiamo sentito da Comuni e Società della salute"
2 marzo 2017
Firenze – Con l’ampio lavoro di audizioni e prima dell’approvazione del testo da portare all’esame del Consiglio regionale, la commissione Sanità apre la fase del confronto tra i vari gruppi politici. Il presidente Stefano Scaramelli ricerca la sintesi e apre alle minoranze: “Dopo aver ascoltato sindaci e Società della salute di tutta la Toscana, proviamo ad avvicinare le diverse posizioni in materia. Arriviamo a questo confronto politico con un lavoro non banale già compiuto. Ora dobbiamo raccogliere le indicazioni e le sollecitazioni che arrivano dalla maggioranza, ma anche dai consiglieri di opposizione, e tradurli in emendamenti. Non credo che riusciremo a stravolgere l’impianto della norma, ma faremo un lavoro di inclusione, tenendo conto di quello che abbiamo ascoltato”. Il presidente fissa alcuni punti: “Una scelta politica va fatta: il nostro modello di gestione privilegiato è quello della Società della salute. La legge ci consente ora di mettere in campo tutti gli accorgimenti che la incentivino e la favoriscano”. Secondo elemento: “È un errore definire le zone distretto in base ai numeri, prepariamo un emendamento che superi questo criterio”. Terzo elemento: “Certezza delle risorse: le risorse sono dei territori e devono diventare certe, devono essere gestite dai territori e non restare nella discrezionalità delle direzioni generali delle Asl”. Ancora sulla Società della salute: “Proponiamo una accentuazione dell’incentivazione per chi farà la Sds, che dovrà avere meccanismi univoci e strumenti di partecipazione”. E ancora: “Devono essere restituiti livelli di autonomia alle zone che vengono accorpate, restituendo diritto di voto, peso e forza politica alle comunità più piccole, penso all’Amiata, alla senese, alla grossetana, al Casentino, all’area volterrana, alla Valtiberina e anche all’Empolese”. Scaramelli rilancia l’apertura ad un percorso condiviso: “Scriveremo questi emendamenti, proveremo a condividerli e li metteremo al voto: troveremo maggioranze per farli passare”. Resta il tema “della decorrenza della nuova legge: credo serva prudenza – sostiene Scaramelli –, non si può far partire dal primo di luglio, più razionale andare all’inizio del 2018”.
A conclusione del lavoro della commissione, sarà l’Aula a doversi esprimere sulla definizione territoriale delle nuove zone distretto, sugli aspetti normativi che regolano la fase transitoria, le scelte, gli incentivi, le metodologie adottate dai Comuni, i tempi di decorrenza della nuova zonizzazione.
Ricordiamo che nel testo della riforma arrivato all’esame della commissione, gli ambiti territoriali vengono ridotti da 34 a 26, sulla base di alcuni criteri: le nuove zone distretto non possono comprendere più di 25 Comuni, né popolazione inferiore a 50mila abitanti. Non possono esserci zone distretto i cui Comuni afferiscano a due Asl differenti. La revisione si basa sulle stime, secondo le quali il 90 per cento dei bisogni socio-sanitari dei cittadini si riferisce alla zona distretto di appartenenza. (s.bar)
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