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COMUNICATO STAMPA  n. 0414

 
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Arcipelago toscano: ecco gli effetti dell'accordo di Caen

L'assessore Marco Remaschi risponde ad un'interrogazione del Portavoce dell'opposizione Claudio Borghi sull'accordo bilaterale tra Francia e Italia. Necessari approfondimenti per il settore pesca

 

16 marzo 2016

 

Firenze – “L’accordo di Caen del 21 marzo 2015 tra Italia e Francia sulle delimitazioni marine non modifica la situazione preesistente, ma fornisce invece certezza all’estensione degli spazi marini di sovranità nazionale, inserendoli nel quadro di un accordo bilaterale”.
E’ quanto emerso dall’incontro dell’8 marzo scorso tra il sottosegretario agli Esteri, Vincenzo Amendola, e l’assessore all’Agricoltura, Marco Remaschi, che lo hacomunicato all’aula, rispondendoad un’interrogazione del Portavoce dell’opposizione Claudio Borghi.
In particolare, Remaschi ha sottolineato che, con l’accordo, l’Italia “abbia mantenuto immutata la linea di base per l’Arcipelago toscano”. Secondo la Convenzione di Montego Bay (articolo 3), il limite delle acque territoriali si sviluppa a 12 miglia nautiche dalla linea di base. Nel caso la costa sia frastagliata, o vi siano isole nelle sue immediate vicinanze, la Convenzione prevede (articolo 7) la possibilità di tracciare, secondo criteri specifici, linee di base rette. Quest’ultime, per la costa italiana, sono state definite, con decisione unilaterale, dal decreto del Presidente della Repubblica n.816 del 26 aprile 1977.
“Dal confronto con il sottosegretario Amendola – ha affermato l’assessore – è emerso che l’accordo non fa che confermare una situazione di fatto già preesistente, ossia l’istituzione della zona economica esclusiva da parte della Francia e la zona di protezione ecologica da parte dell’Italia, dandone piena certezza di diritto con la definizione precisa del loro confine”.
Remaschi, infine, ha precisato che, nel corso dell’incontro, è stato deciso di effettuare ulteriori approfondimenti con il ministero dell’Agricoltura, per capire esattamente l’impatto dell’accordo sul settore pesca. L’attività di pesca nelle zone economiche esclusive degli stati membri, infatti, è consentita a tutti i battelli dell’Unione. La definizione di confini precisi assoggetta però queste aree alle regolamentazioni dei rispettivi stati di appartenenza: non c’è più ‘alto mare’, ma vige ‘la legge di bandiera’ delle imbarcazioni.
“La materia è complessa e necessita di approfondimenti” ha concluso l’assessore. “Devono essere messe in campo capacità e competenze specifiche, per non creare inutili allarmismi in un settore strategico per la nostra economia”.
“Temo che non ce la raccontino giusta” ha replicato Claudio Borghi. A suo giudizio, il richiamo all’accordo di Montego Bay è “una foglia di fico troppo piccola: si vede tutto”. “Gli esponenti del Governo si appellano al fatto che l’accordo non è stato ratificato” ha osservato. “Non è un modo serio di gestire i rapporti internazionali. La ratifica è un fatto formale, non può diventare un fatto sostanziale”. Secondo Borghi, il ministro Gentiloni ha fatto “una sciocchezza”. “Se l’ha fatta di sua iniziativa, deve risponderne in sede giudiziaria” ha concluso. “Se l’ha fatta su mandato, ci sono pesanti responsabilità politiche: abbiamo un Governo che regala l’Italia”. (dp)

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