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COMUNICATO STAMPA  n. 1256

 
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Libri: Bambini senza valigia, un modo diverso per parlare di affidi e adozioni

Tatjana e le altre dodici storie del volume presentato in palazzo Bastogi a Firenze. Lucia De Robertis: “Testimonianze che confermano l’attenzione verso chi è solo”. Grazia Sestini: “Spero che sempre più famiglie siano disponibili ad accogliere chi ha bisogno”

 

9 dicembre 2014

 

Firenze –“Questa non è la mia vita. Ma nemmeno l’altra lo è. Sto cercando. Un senso, una spiegazione, un futuro. Non pretendo molto: mi basta vivere. Ho capito che non conta quello che vuoi o quello che ti danno. Vale solo quello che sei. Mi devo aiutare da sola”. Tatjana ha compiuto 18 anni da pochi mesi. È in una comunità. Da qualche parte in Europa ci sono i suoi genitori. Da qualche parte in Italia ci sono due sorelle e otto fratelli. Non ha un indirizzo, non ha un numero di telefono. Non ha nulla. Non si aspetta niente da nessuno. È sola e dura. Non gioca su Facebook, non ha una posta elettronica, si addormenta con il dito in bocca. Lo psichiatria le ha spiegato che non ha superato il dramma dell’abbandono della madre. “Tutto dipende da me. Nessuno mi ha mai aiutato. Nessuno lo farà mai”. Quella di Tatjana è una delle dodici storie contenute nel volume “Bambini senza valigia”, pubblicato dal Consiglio regionale della Toscana nelle edizioni dell’Assemblea, che racconta il lavoro dello Spazio Famiglia del Comune di Arezzo.
Dodici storie di bambini provenienti da tutto il mondo, vittime di una vita scelta per loro da altri, ma che, dopo tante difficoltà, riescono a trovare la serenità con genitori non biologici.
A cura di Claudio Repek, Antonella Bacciarelli e Marco Caneschi del servizio comunicazione del Comune di Arezzo, il volume è stato presentato questo pomeriggio, martedì 9 dicembre, in palazzo Bastogi a Firenze dalla consigliera regionale Lucia De Robertis: “Le storie raccontate in questo volume confermano che l’angoscia e il dolore, l’abbandono e la separazione, la speranza di avere una famiglia e la disillusione di non averla trovata, segnano anche bambini che ci passano accanto ogni giorno. Questo piccolo e terribile mondo esiste ed è vicino a noi. L’indifferenza di fronte ad esso è il male peggiore. Quello capace di condannare una società alla decadenza”. “Le storie di affidi e di adozioni raccontate in questo volume – ha continuato De Robertis – testimoniano invece che esiste anche una grande attenzione all’infanzia da parte dei cittadini, dei servizi pubblici e delle istituzioni. In modo particolare questo libro ci aiuta a capire il duro, bellissimo e misconosciuto lavoro dello Spazio Famiglia del Comune di Arezzo. Un esempio sul quale riflettere”.
Alla presentazione è intervenuto anche il Garante per l’Infanzia e l’adolescenza Grazia Sestini: “Il libro è la testimonianza del buon lavoro fatto dal Comune di Arezzo. L’augurio è che tutto questo serva per chi oggi opera in questo campo, nella ricerca continua di dare innanzitutto una famiglia a chi non ce l’ha, sapendo bene che questi ragazzi vengono affidati alla sfida della vita”. “Qualunque sia il percorso che decideranno di intraprendere, abbiamo offerto loro la possibilità di avere un ambiente accogliente. L’auspicio è che sempre più famiglie siano disponibili ad accogliere chi è solo”.
Al centro del volume, e delle storie che racconta, il bambino, il suo benessere e la possibilità di riscatto, di un cambiamento che ogni essere umano ha il diritto di avere per migliorare e migliorarsi. Tre le sezioni in cui è diviso: la prima contiene storie di bambine e bambini, di giovani e adulti, che aiutano a capire un mondo scarsamente conosciuto e spesso nemmeno immaginato. Sono storie di trincea dominate dalla paura e dalla speranza, dall’illusione e dalla delusione. Sono comunque la conferma che qualcosa, se non addirittura molto, è possibile fare per l’infanzia. La seconda sezione è dedicata ai professionisti, in questo caso dipendenti del Comune di Arezzo, che ogni giorno scendono in trincea. La terza sezione è aperta a chi ha ruoli istituzionali. Amministratori pubblici, magistrati, politici, figure di garanzia. Donne e uomini che hanno fatto una scelta precisa: l’infanzia prima di tutto. (f.cio

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