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COMUNICATO STAMPA  n. 1055

 
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Piano sanitario: Remaschi, atto obbligatorio in contesto in cambiamento

Il presidente della commissione Sanità e politiche sociali, ha illustrato il Piano sanitario e sociale integrato 2012-2015

 

4 novembre 2014

 

Firenze –“L’approvazione del Piano sanitario e sociale integrato regionale (PISSR) è atto obbligatorio, cui questo Consiglio arriva dopo un serrato e approfondito lavoro”. Così si è espresso il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali Marco Remaschi (Pd), presentando in aula la proposta di deliberazione. Nella prima parte dell’intervento si è soffermato sul lavoro di esame del provvedimento, “ma anche di confronto con gli operatori, i territori, le rappresentanze organizzate degli utenti, i sindacati”. Un lavoro diviso in due tempi: “Ad una prima fase, conseguente al varo della proposta di piano da parte della Giunta regionale nel dicembre 2011, hafatto seguito il lungo stop per i motivi che tutti conosciamo, a partire dalla forte incidenza sul sistema sanità dei provvedimenti economici varati dai governi – ha ricordato Remaschi – Dalla scorsa primavera, a seguito del maxiemendamento della Giunta, la commissione ha recuperato piena funzionalità sull’esame del provvedimento, svolgendo un lavoro completo e dettagliato”. Da qui ilringraziamento agli uffici, “per l’impegno, la competenza e la pazienza dimostrati”, e ai commissari che, “pur nella giusta differenziazione di posizioni e valutazioni, hanno operato perché la commissione fosse luogo di discussione e di approfondimento, di confronto e di valutazione; dando dignità alla stessa commissione e al Consiglio tutto”.
Entrando sempre più da vicino nel contesto del Piano: “Verosimilmente, l’orizzonte di programmazione di questo atto avrà valenza almeno biennale – ha sottolineato il presidente – Al recupero di una programmazione regionale necessaria si associa l’importanza di un quadro conoscitivo aggiornato sulla sanità in toscana, sulle necessità del sistema come di quelle degli utenti; un quadro conoscitivo fondamentale in concomitanza con l’avvio di un processo di riorganizzazione del sistema quale quello di cui tutti abbiamo preso cognizione in queste settimane, in conseguenza della valutazione fatta sugli effetti per i conti pubblici regionali della legge di stabilità presentata dal Governo”. “Come il presidente Enrico Rossici ha ricordato anche in commissione – ha continuato Remaschi – ci aspetta una rivoluzione organizzativa del modello sanitario regionale. La contingenza dei conti pubblici spinge infatti ad una revisione sistematica, che credo fosse necessaria da tempo: a tutti noi cogliere l’occasione per un processo riformatore all’insegna della condivisione dei principali attori, chiamato a perseguire il rafforzamento del modello universalistico ed equo, nell’implementazione dell’efficienza e della pur elevata qualità delle prestazioni”.
Una cosa è certa, continua Remaschi: “Equità e universalismo sono a rischio senza programmazione regionale”. Come ha spiegato il presidente: “Nessuno ha mai messo in discussione l’esigenza di un atto programmatorio anche in scadenza di legislatura. La programmazione regionale non può venire meno, a prescindere dal modello organizzativo calato sul territorio; senza programmazione si rischia un’autorganizzazione dei livelli di governo territoriale della sanità che genera disparità anche nell’assolvimento dell’obbligo di garantire lo stesso diritto alla salute”.
Remaschi ha ricordato che l’assenza del Piano ha dato segnali in questo senso, nel territorio, arrivando fino alla percezione di una mancanza di governo del sistema. “E la percezione, dei cittadini-utenti, degli operatori, delle istituzioni locali – ha commentato – è un elemento dirimente in un contesto delicato e fortemente condizionato dalla fiducia quale è la sanità”.
La strada da seguire, secondo Remaschi è segnata: “Il Piano va calato nella società che cambia, l’attuazione della riorganizzazione dei livelli del governo della sanità nel territorio necessita di un tempo che rende di fatto cogente la programmazione che andiamo a varare, con una lettura ovviamente correlata al modello organizzativo che si andrà a definire, prima, e a realizzare, poi”.
In tale processo di riorganizzazione “è necessario un fattivo ruolo di cooperazione e di controllo del Consiglio, al fine di un lavoro di accompagnamento all’attuazione del piano, di pari passo al processo di riorganizzazione del modello di governo della sanità toscana”. “Oserei dire che da oggi ilConsiglio, e la commissione Sanità, devono costituirsi in osservatorio permanente sull’attuazione e la gestione del Piano – ha affermato – perché realmente esso esprima il proprio potenziale nella concreta gestione quotidiana della sanità toscana, atteso il profondo cambiamento che per essa si sta preparando”.
Il presidente ha quindi concluso il proprio intervento con una nota di speranza: “Sono convinto che in questi ultimi tre mesi di lavoro ci sarà da parte di tutti la piena consapevolezza dell’ineluttabilità di un processo di massima condivisione delle scelte e dei percorsi, un processo che chiama tutti all’appello, istituzioni, operatori, territori, cittadini, per un nuovo modello organizzativo della sanità toscana”. (ps)

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