COMUNICATO STAMPA n. 0367
Economia: nuove frontiere commerciali, imprenditori toscani a confronto
Al convegno organizzato in Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale, interventi del consigliere membro dell’ufficio di presidenza Marco Carraresi e dell’ex ministro degli Esteri e ambasciatore Giulio Terzi
28 marzo 2014
Firenze – Dal 2001 al 2012 il loro Pil (Prodotto interno lordo)è aumentato dal 38 al 50 per cento di quello mondiale, rappresentando un mondo di mercati che, complice la globalizzazione, è esploso. Sono i cosiddetti Paesi emergenti, o quelli che un tempo venivano definiti “poveri”. Oggi più che mai considerati motori per la crescita, hanno un peso economico sempre più determinante e rappresentano un modello sul quale confrontarsi per agganciare una fase di sviluppo. Su questi temi si è discusso nel corso di un convegno svoltosi in Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio regionale, venerdì 28 marzo, alla presenza del consigliere membro dell’ufficio di presidenza Marco Carraresi, con la partecipazione dell’ex ministro degli Esteri e ambasciatore Giulio Terzi.
La giornata di confronto e dibattito con il tessuto imprenditoriale fiorentino e della regione, “Paesi emergenti: motori per la crescita economica in Toscana”, è stata organizzata in collaborazione con Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) come momento di riflessione volto a sostenere un nuovo modello di fare impresa, per immettere sul mercato la miglior combinazione di valore, creatività e innovazione.
Come sottolineato dal presidente Ucid Firenze GuidoGuidi e da Marco Carraresi, che sono partiti da una panoramica sui mercati emergenti e sul rallentamento ciclico e strutturale del momento, la crisi non finirà a breve. Secondo il consigliere, ciò che aiuterebbe realmente queste economie sono le riforme e un programma per ridurre la dipendenza dalle esportazioni. Questo succederà nel lungo periodo, non prima, perché in molti di questi paesi ci saranno le elezioni nel 2014, che non porteranno a migliorare gli squilibri. Tuttavia questa deve essere vista come la fase finale della crisi, con i paesi emergenti che hanno bisogno di tempo per un ribilanciamento, per poi arrivare al punto in cui il mandato per il cambiamento sarà effettivo.
Oggi più che mai è fondamentale approcciare un nuovo modo di fare impresa e per l’ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi non basta puntare solo sul prezzo più basso o sul costo del lavoro a buon mercato. Nella competizione globale ci sarà sempre un produttore in grado di fare proposte più economiche delle nostre; ma risulterà vincente il Sistema Paese che immette nel prodotto la miglior combinazione di valore e di elementi immateriali, come la creatività e l’innovazione. Innovazione e sviluppo economico sempre e comunque al servizio della persona e dell’ambiente, per favorire un circolo virtuoso stimolato da investimenti e internazionalizzazione, favorito dalle interazioni tra pubblico e privato, imprese e diplomazia. (f.cio/ps)
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