COMUNICATO STAMPA n. 1185
Rifiuti: la gestione virtuosa del Consorzio Priula e Tv3
A Treviso, una delegazione della commissione Speciale del Consiglio regionale della Toscana visita impianti e acquisisce informazioni sul modello di gestione integrata e di tariffazione puntuale. Il presidente Paolo Marcheschi: “Il modello Priula rappresenta un esempio di gestione, amministrativa e imprenditoriale, da seguire almeno nelle linee fondamentali”
28 settembre 2009
Treviso – Dopo il sopralluogo al Consorzio Vedelago la commissione Speciale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti urbani del Consiglio regionale toscano presieduta da Paolo Marcheschi (Pdl-Fi), si è recata in visita al Consorzio Priula di Treviso, ha acquisito materiale sufficiente per avviare, di concerto con tutti i soggetti interessati, un “sistema di gestione di qualità anche in Toscana”. “Nei mesi scorsi – ha dichiarato Marcheschi a margine del sopralluogo – la nostra regione è stata vicina al collasso”. “La riorganizzazione del ciclo dei rifiuti avviata con la legge regionale di riordino dell’intero sistema (n. 61/2007 approvata il 14 novembre 2007 con i voti favorevoli di maggioranza e An, contrari Fi e Alleanza federalista, astenuto l’Udc ndr) ma anche la sentenza della Consulta (n. 238 del 24 luglio 2009) che ha di fatto sancito l’abolizione dell’Iva sulla Tariffa di igiene ambientale, ha aperto scenari complessi. L’esempio di altre realtà in tema di riciclo, riduzione, riutilizzo e recupero possono costituire un bagaglio prezioso dal quale attingere”.
E quello del Consorzio Priula, si è rilevato fondamentale.
La visita della commissione speciale, cui ha preso parte anche la consigliera Bruna Giovannini (Sd), è servito per verificare sul campo il modello di “tariffazione puntuale” elaborato dal Consorzio ai fini del calcolo della bolletta.
Secondo quanto riferito da Paolo Cantò, direttore del consorzio Priula-Tv3 (Treviso 3)-Contarina spa “il principio affermato a livello europeo ‘Chi inquina paga’, ha guidato la progettazione e la realizzazione del sistema di raccolta porta a porta, sia dal punto di vista dell`efficienza operativa, che della tariffazione del servizio”. “Seppur a piccoli passi – ha continuato… - il servizio di raccolta dei rifiuti si è allineato con tutti gli altri servizi pubblici acqua, gas, energia elettrica. Come questi per la fatturazione necessita di un contatore standardizzato che misuri il consumo”. Da qui il sistema realizzato dal Consorzio: il nuovo contatore è il contenitore del rifiuto più inquinante, ossia il secco non riciclabile. “L`operatore che esegue la raccolta – è stato spiegato nel dettaglio – durante lo svuotamento, registra il segnale trasmesso dal dispositivo elettromagnetico installato in ogni contenitore verde a cui è associato un codice che risponde alla famiglia, al condominio o all`azienda cui appartiene il contenitore. È evidente che meno secco non riciclabile si produce, più bassa sarà la bolletta da pagare”.
Spiegato anche il calcolo della tariffa. Per le utenze domestiche, ovvero le famiglie, la bolletta contiene una quota fissa, uguale per tutti, e una quota variabile data dal calcolo del numero di svuotamenti del contenitore verde del rifiuto secco non riciclabile.
Per le utenze condominiali, per chi è sprovvisto di contenitore del secco non riciclabile, la quota fissa rimane uguale per ogni famiglia, quella variabile è ottenuta moltiplicando il numero degli svuotamenti del contenitore per il costo del singolo svuotamento. Questa quota è poi divisa fra tutti i condomini, in base al numero di componenti di ogni nucleo familiare.
Il costo dello svuotamento singolo cresce con la volu¬metria del cassonetto in dotazione al condominio.
Per utenze non domestiche (enti, imprese, ecc...), la quota fissa è legata alla volumetria dei diversi contenitori in dotazione, la quota variabile è ricavata dal numero degli svuotamenti del contenitore verde del rifiuto secco non riciclabile per costo del singolo svuotamento, cui viene aggiunto un importo standard legato alla volumetria dei contenitori dei rifiuti riciclabili in dotazione.
Alla delegazione Toscana, è stato anche illustrato il sistema di raccolta ottimizzato del Consorzio. Un sistema che risponde a una scelta strategica di “superamento della frammentarietà” per arrivare a una “gestione unitaria di tutto il ciclo dei rifiuti”. Da qui, l’attivazione di un unico sistema di raccolta differenziata porta a porta “spinta” esteso a tutto il territorio e a tutte le utenze (al Consorzio aderiscono 24 comuni della provincia di Treviso, il territorio servito è di 640,16 km2, per un totale di circa 105.000 utenze e 238.000 abitanti ndr), la realizzazione di Centri di Raccolta Differenziata (CeRD) in ogni comune consorziato, la standardizzazione dei servizi di pulizia del territorio (spazzamento, pulizia cestini…).
Come spiegato da Paolo Cantò “Priula ha guardato al porta a porta come scelta d’azienda. Il sistema domiciliare, vista la riduzione della quantità di rifiuti da avviare allo smaltimento, è più indipendente dalle fluttuazioni del mercato. Quindi più gestibile e controllabile”. Il sistema del Consorzio ha poi avuto riflessi positivi anche a livello occupazionale: “L’indotto è stato incrementato dall’effetto del conferimento dei materiali della raccolta differenziata agli impianti di recupero”.
Accanto al servizio rifiuti urbani, Priula ha attivato servizi integrativi quali la gestione di rifiuti diversi dagli urbani (agricoli, sanitari, speciali vari, amianto), del verde pubblico, dei cimiteri e le disinfestazioni.
Il sistema integrato del Consorzio, secondo i dati forniti alla commissione Speciale della Toscana, ha permesso il raggiungimento di un`elevata percentuale di raccolta differenziata (media del 78% nel 2007), una riduzione della produzione procapite di rifiuti (da 440 kg/abitante*anno nel 2000 a 364 kg/abitante*anno nel 2007) e in particolare di quelli non riciclabili (il secco non riciclabile passa da 321 kg/abitante*anno nel 2000 a 81,5 kg/abitante*anno nel 2007).
La delegazione toscana, accolta a Lovandina di Spresiano, ha visitato l’impianto (circa 115.000 mq) per il trattamento del rifiuto secco non riciclabile e la stazione di travaso per l`umido e il verde. A Spresiano arriva il secco non riciclabile di tutta la provincia di Treviso per un totale di circa 84.000 tonnellate l’anno. Il rifiuto che entra viene triturato, deferizzato e vagliato per produrre combustibile da rifiuto. L’umido e vegetale raccolti nei comuni del Consorzio, vengono trasportati presso impianti di compostaggio. In sintesi, i rifiuti non riciclabili vengono trasformati in CDR mentre quelli riciclabili sono indirizzati verso la produzione di compost.
“Da quanto abbiamo potuto osservare – ha dichiarato il presidente Marcheschi al termine della visita – il modello Priula rappresenta un esempio di gestione, amministrativa e imprenditoriale, da seguire almeno nelle linee fondamentali”. (f.cio)
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