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COMUNICATO STAMPA  n. 1839

 
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Arcidosso: nasce il 'Maco', museo di arte e cultura orientale nel Castello Aldobrandesco

Presentato questa mattina al palazzo del Pegaso. Il 10 e 11 dicembre l'inaugurazione ad Arcidosso. Giani: "Apre una porta tra la Toscana e la cultura spirituale dell'Oriente". Il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini: "Promuoviamo monte Labbro patrimonio immateriale dell'Unesco"

 

5 dicembre 2016

 

Firenze – Nasce ad Arcidosso il Museo d’Arte e Cultura Orientale il primo del genere nella provincia di Grosseto. Il ‘Maco’ è situato nel palazzo della Cancelleria, facente parte del complesso medievale del Castello Aldobrandesco, messo a disposizione dal Comune di Arcidosso.
In vista dell’inaugurazione, che si terrà sabato 10 dicembre, il Consiglio regionale della Toscana ha ospitato questa mattina una conferenza stampa nel palazzo del Pegaso. “Il 10 dicembre sarò nel castello aldobrandesco di Arcidosso – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, che ha preso parte questa mattina alla presentazione – il museo rappresenta una novità, apre una porta verso i rapporti tra la nostra terra e un’arte che viene dall’oriente, portando come messaggio la centralità della spiritualità umana”. Il museo, ha detto ancora Giani, “diventerà in questo campo un punto di riferimento per tutta la Toscana”.
Il ‘Maco’ è un progetto ideato dal professor Chögyal Namkhai Norbu, studioso di fama internazionale, autore di oltre 250 pubblicazioni. Namkhai Norbu ha raccolto con la propria famiglia una collezione privata costituita da molteplici reperti: opere d’arte, oggetti di artigianato e di costume, oggetti votivi di valore culturale ed etnografico, importanti fondi documentari e documenti riguardanti le sue ricerche e gli studi sulla cultura himalayana e centro asiatica. La collaborazione è di lunga data: dal 1981, la comunità di Merigar riunisce, grazie al maestro tibetano Namkhai Norbu, persone interessate agli studi e alle pratiche dello Dzogchen, uno degli insegnamenti più antichi della tradizione spirituale tibetana. “Il nuovo museo si inserisce e va ad arricchire il nostro polo museale”, ha spiegato il sindaco di Arcidosso, Jacopo Marini, che ha ripercorso la storia del rapporto nato tra Namkhai Norbu e il monte Labbro, “di cui questo centro espositivo è un po’ la summa”. E ha lanciato una proposta, chiedendo il sostegno della Toscana: “Norbu ha deciso di fermarsi sul monte Labbro, perché ha sentito l’energia spirituale di questo luogo, dove già Davide Lazzaretti (il ‘Profeta dell’Amiata’, che proprio da Arcidosso, nella seconda metà del XIX secolo dette vita al movimento religioso giurisdavidico, ndr) aveva fondato la sua comunità nella seconda metà dell’Ottocento: lanciamo la proposta affinché questo monte venga preso in considerazione dall’Unesco, che è tra i patrocinatori del nuovo Museo, per la spiritualità che da sempre è legata a questo luogo. Ci sono anche reperti – ha spiegato ancora il sindaco – che fanno pensare avesse una sua importanza legata alla spiritualità già per gli etruschi”.
Dopo l’inaugurazione, Arcidosso dedicherà al nuovo museo una settimana di eventi intitolata “Cultura è Evoluzione”, dal 12 al 18 dicembre. Alla conferenza stampa, con Giani e il sindaco di Arcidosso, sono intervenuti il direttore del Museo, Alex Siedlecki e il presidente della Comunità Merigar, responsabile delle relazioni istituzionali dell’associazione Dzogchen, Fabio Risolo. (s.bar)

 

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