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COMUNICATO STAMPA  n. 1161

 
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Forteto: il dibattito in Aula sulla relazione conclusiva (2)

Gli interventi di Jacopo Alberti (Lega Nord), Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra) e Stefano Mugnai (Forza Italia)

 

27 luglio 2016

 

Firenze – "Il Tribunale dei minori non ha chiuso un occhio, li ha chiusi tutti e due", dichiara il consigliere Jacopo Alberti (Lega Nord). Il Forteto "doveva finire nel 1978 e invece si va avanti fino al secondo arresto di Fiesoli, nel 2011. Si sono continuati ad affidare i minori. Mi sono chiesto anche cosa facessero i servizi sociali: se andavano a controllare, lo facevano male. E i diritti di chi lavorava non venivano rispettati". Il Forteto dovrà "essere da monito per tutti, affinché non si ripeta mai più". Alberti avanza la richiesta ai consiglieri di "farsi osservatorio virtuale per far sì che le richieste vengano attuate, che al Forteto ci possa essere finalmente quella discontinuità che è stata sbandierata, ma ancora non c'è". "Dobbiamo vaccinarci" perché non succeda di nuovo che "un crimine venga perpetrato sotto l'egida delle pubbliche istituzioni"; dice Paolo Sarti (Sì-Toscana a sinistra). Senza colpire indistintamente, "perché ci sono stati magistrati e assistenti sociali che hanno fatto bene il proprio dovere, ma individuando le colpe che sono state diffuse e diluite nel sistema". La "valutazione ideologica", spiega ancora Sarti, "ha avuto il suo peso, ha portato a considerare 'politiche' le sentenze". Ma c'è stata anche "una superficialità della routine, che ha caratterizzato soprattutto il servizio sociale" e una "rilassatezza che ha portato ad accogliere come scientifiche esperienze che di scientifico non avevano nulla e a farsi prendere dalla moda del Forteto, che tanto successo aveva raccolto". Il consigliere Sarti ha invitato a cercare gli antidoti contro "errori che si possono ripetere". "Non c'è stato un grande vecchio, la storia del Forteto è più complessa", concorda Stefano Mugnai (Forza Italia), già presidente della prima commissione d'inchiesta sul Forteto. "Il 'grande vecchio', in questa storia, è il contesto di un sistema culturalmente e politicamente chiuso. Se non si riconosce questo, non si capisce il Forteto". Un contesto fatto di "conformismo, della difficoltà di mettersi di traverso rispetto all'opinione comune. L'invocazione del commissariamento della cooperativa – dice ancora Mugnai – è un atto politico forte, vero, va nella direzione di tutelare la cooperativa, sfilandola alla setta". "Tutta la Toscana che conta, noi compresi, ha di che vergognarsi" – chiude Mugnai con la voce rotta dalla commozione –. La risoluzione sottoscritta da tutti i capigruppo "non era necessaria, ma è utile. Le lancette indietro non si possono mettere. Oggi diamo un messaggio ai nostri concittadini: ci stiamo rimettendo in pari, abbiamo il coraggio di dire che gli errori sono stati fatti, tragici, ma questa classe dirigente, opposizione e maggioranza, ha l'onestà intellettuale di dire cose difficili, di farlo con forza e anche la capacità politica di trovare una posizione comune su un documento di sintesi difficile, anche per la maggioranza". (s.bar)

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