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COMUNICATO STAMPA  n. 1121

 
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Piscine: requisiti igienico-sanitari, Comuni chiedono soluzioni alternative

Audizione in commissione Sanità dell'assessore allo sport del Comune di Empoli, a nome di altri dieci Comuni. Accolta proposta di Sostegni (Pd). Il presidente Scaramelli (Pd): "Impegno bipartisan per trovare possibili soluzioni entro settembre"

 

22 luglio 2016

 

Firenze – Rivedere le disposizioni di legge per il raggiungimento dei parametri sui requisiti igienico-sanitari delle piscine: è quanto hanno chiesto rappresentanti di enti locali sentiti ieri dalla commissione sanità, presieduta da Stefano Scaramelli (Pd). Gli assessori Fabrizio Biuzzi, del Comune di Empoli, e Matteo Franconi, del Comune di Pontedera hanno portato al centro dell’audizione la difficoltà a far fronte agli interventi richiesti dalla nuova normativa. Problemi che “possono riguardare il 70% dei Comuni della Toscana”. Si parla, soprattutto delle richieste di interventi strutturali, “secondo le disposizioni previste per la messa a norma delle strutture e l’adeguamento ai parametri indicati dalla legge regionale 84 del 2014 (che disciplina i requisiti igienico-sanitari delle piscine ad uso natatorio, ndr)”. Il termine dell’adeguamento è già stato posticipato dal 31 marzo al 31 dicembre 2016, proprio per rispondere alle sollecitazioni che arrivavano dai Comuni e dalle associazioni di categoria. Le difficoltà, hanno spiegato gli amministratori, rischiano di rivelarsi insormontabili, su impianti che, “per dimensioni, caratteristiche e per l’epoca in cui sono stati realizzati – ha spiegato Biuzzi – sono attivi in tanti Comuni toscani. Stante l’attuale capacità di spesa dei Comuni – ha detto ancora l’assessore di Empoli –, il rischio è che di qui alla fine dell’anno non saremmo in tempo di provvedere agli adeguamenti richiesti e tante piscine dovrebbero chiudere, con un danno anche all’offerta di attività sportiva e considerevoli ripercussioni sull’aspetto commerciale”.
L’audizione è stata richiesta anche per sottoporre alla commissione una soluzione alternativa: “La possibilità di raggiungere e mantenere i parametri di garanzia, sicurezza e caratteristiche dell’acqua, attraverso una serie di interventi in autocontrollo, anche seguendo un percorso condiviso con le Asl”, ha spiegato Matteo Franconi. Anche in previsione di possibili ulteriori modifiche della normativa, “alla luce degli accordi che si stanno già prendendo in conferenza Stato-Regioni”. I due amministratori hanno portato in commissione “le istanze di una rappresentativa significativa tra Alto e basso Valdarno, Valdelsa, Provincia di Pisa”.
Il consigliere Enrico Sostegni (Pd) ha raccolto l’invito degli amministratori locali, “che pongono un problema concreto, ma provano nel contempo a indicare una strada alternativa che vuole arrivare comunque all’obiettivo della salubrità degli impianti. La commissione potrebbe far propria la sollecitazione e verificare se sia una strada percorribile”. Proposta condivisa dal vicepresidente Stefano Mugnai (Forza Italia): “La questione può essere ripresa, le modalità con cui si arriva all’obiettivo prefissato possono essere valutate, l’importante è assicurare il raggiungimento di quell’obiettivo”. Il presidente Scaramelli ha ribadito “l’impegno bipartisan di questa commissione a farsi carico delle esigenze che ci vengono rappresentate oggi e a verificare come si possa intervenire con le opportune modifiche nelle maglie del quadro normativo, tenendo anche presente lo sviluppo della discussione a livello nazionale. Resta l’esigenza generale di non vivere di proroghe, di assicurare un quadro normativo certo e la priorità, nel caso in questione, di mantenere l’obiettivo della salute dei cittadini, soprattutto dei ragazzi. Prendiamo però atto di questa problematica, con l’impegno a lavorare nella direzione che ci viene richiesta per verificare possibili soluzioni entro il mese di settembre”. (s.bar)

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