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COMUNICATO STAMPA  n. 0762

 
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Informazione: web e social, come cambia il lavoro nei giornali toscani

La ricerca dell'Università commissionata dal Corecom: questa mattina dibattito in Consiglio regionale. Al centro l'esperienza delle principali testate regionali. Come si trasforma il lavoro giornalistico nelle redazioni

 

13 maggio 2016

 

Firenze – Come cambia il lavoro giornalistico all’interno di una redazione chiamata a rispondere alle esigenze di differenti piattaforme informative, ad esempio on-line, social network e versione cartacea? Alla domanda, quanto mai di attualità, ha cercato di rispondere il Corecom Toscana che, per dare una risposta appropriata, ha incaricato l’Università di Firenze di svolgere una ricerca su come il giornalismo tradizionale si approccia alle nuove frontiere del web e dei social. La ricerca, dal titolo “Spazi fluidi, il giornalismo toscano e la sfida del digitale”, è stata presentata a palazzo Panciatichi quest’oggi, venerdì 13 maggio, con un convegno cui hanno portato i saluti il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, e il presidente del Corecom, Sandro Vannini. Presente anche il commissario dell’Agcom, Antonio Martusciello.
“Il Corecom è un organismo complesso che si occupa di analisi della comunicazione e in tale ottica rientra questa ricerca, che va a rilevare le trasformazioni in atto nei maggiori quotidiani toscani”, ha affermato il presidente Giani. “Da tempo, il Corecom lavora sul rapporto tra informazione e web. Internet sta cambiando il modo di fare giornalismo. I social stanno cambiano gli scenari della comunicazione. Questa ricerca pone l’accento sulle mutazioni indotte dalla sfida digitale”.
Il lavoro mette al centro l’esperienza delle quattro principali testate regionali, ossia La Nazione e Il Tirreno, quotidiani con sede in Toscana, il Corriere Fiorentino e la Repubblica Firenze, come espressioni di due importanti giornali nazionali, che operano a Firenze e sul territorio regionale.
La ricerca, coordinata dal sociologo Carlo Sorrentino, è stata realizzata dai giornalisti Massimiliano Mantiloni e Marco Renzi e dai ricercatori Emiliano Ricci ed Augusto Valeriani. Ordine dei giornalisti ed Associazione stampa toscana hanno collaborato al progetto. “Il giornalismo sta vivendo una fase di grande trasformazione dovuta alla rivoluzione digitale, che ha non solo velocizzato i processi di produzione e di consumo delle notizie, ma anche reso più incerti i confini della professione”, ha affermato Vannini. “Eppure mai come oggi sembra esserci bisogno di informazione giornalistica e di un modo di fare giornalismo distinto dalla mera comunicazione. Le risposte offerte da questa ricerca tengono conto di questo e di come si trasforma il modo di gestire l’informazione, se proposta su piattaforme di diversa tipologia”.
Secondo quanto emerge dallo studio, internet da una parte ha offerto la possibilità praticamente a chiunque di avere un proprio canale informativo, ma dall’altro, favorendo la nascita di nuovi media e progetti digitali, ha inciso e sta incidendo sulle logiche professionali perché la classica distinzione fra produzione, mediazione e consumo delle notizie è ormai completamente saltata”. Una delle conseguenze, come emerge dallo studio, è che le testate tradizionali si trovano a gestire un enorme cambiamento nelle forme di distribuzione delle notizie e si vedono costrette a trasferire veri e propri ‘pezzi’ della loro offerta informativa dal cartaceo al digitale, dove spesso l’accesso è garantito dai motori di ricerca o dai social network e dove spesso i giornali tradizionali incontrano la formidabile ed agguerrita concorrenza dei giornali on-line puri, dei blog e di molti siti internet non giornalistici.
L’obiettivo comune, secondo la ricerca, è quello di sfruttare l’ambiente digitale per creare uniche grandi redazioni in grado di pensare quotidianamente alla realizzazione di notizie ed articoli da proporre sia attraverso il formato tradizionale sia sui propri siti web e sui principali social network. La strada da percorrere è ancora lunga, è stato detto, ma ormai è stata imboccata e non si può tornare indietro.
Il convegno era suddiviso in due sezioni. Alla prima, dedicata all’organizzazione del lavoro redazionale e alla sfida digitale, coordinata dal giornalista Renzi, hanno partecipato il sociologo Sorrentino dell’Università di Firenze, Sandro Bertuccelli capo della redazione fiorentina di Repubblica, Piero Ceccatelli in qualità di caporedattore centrale della Nazione e il direttore del Tirreno, Omar Monestier. Alla seconda, sui nuovi percorsi della deontologia professionale, moderata dal coordinatore nazionale dei Corecom italiani, Felice Blasi, hanno preso parte Anna Masera public editor Stampa, il presidente dell’Ordine toscano dei giornalisti, Carlo Bartoli, e Sandro Bennucci, presidente dell’Associazione stampa toscana. (mc) 

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