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COMUNICATO STAMPA  n. 0637

 
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Riforma Senato: Giani, ruolo centrale istanze Regioni, venga approvata senza stravolgimenti

Interviene il presidente del Consiglio regionale della Toscana, incaricato di coordinare il gruppo di lavoro della conferenza dei presidenti delle assemblee regionali: “Valorizza le autonomie territoriali e semplifica il percorso legislativo”

 

28 agosto 2015

 

Firenze – “La riforma del Senato, argomento centrale nell’azione del Parlamento del mese di settembre, interessa direttamente la prospettiva di lavoro delle Regioni”. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani, interviene sul futuro del ruolo regionale in vista della riforma istituzionale portata avanti dal Governo.
“A tal proposito, nei giorni scorsi, si è riunita la conferenza dei presidenti dei Consigli delle 20 regioni e sono stato incaricato personalmente di coordinare il gruppo di lavoro, per far sentire nei prossimi mesi la voce dei consiglieri regionali su questa materia. In realtà, si tratta di un argomento strategico per il futuro dei Consigli: l’ipotesi presentata dal Governo offre alle Regioni una grande opportunità. Un Senato che è in grado di rappresentare, su cento membri, tre consiglieri regionali e oltre venti sindaci verrebbe a trovare nelle istanze delle Regioni un ruolo centrale e di raccordo tra la ricca articolazione delle autonomie in Italia e la nuova organizzazione parlamentare”.
“È vero – prosegue Giani – che il Senato, in un sistema di monocameralismo legislativo, non avrebbe certo quei poteri diretti per l’approvazione delle leggi come avviene oggi, ma la sua autorevolezza e influenza sarebbero comunque innegabili con le Regioni come vero canale di espressione delle esigenze dei territori”. Prosegue Giani: “Nel nuovo sistema istituzionale la Camera dei deputati approva le leggi, ma queste non possono che essere espressione di un’elaborazione comune in cui il Senato, e con esso le Regioni, diventerebbero soggetti centrali per tradurre in norma le aspettative dei cittadini. In questo caso, i tre consiglieri coinvolti nei lavori del Senato non sarebbero altro che l’espressione diretta dei cittadini, da essi votati. Le Regioni, con il nuovo ruolo acquisito dal Senato, parteciperebbero così alla vita dello Stato compensando le minori risorse e la tendenza all’accentramento di competenze a scapito delle autonomie locali”.
“Meno competenze legislative, ma più rappresentatività del territorio: questo è il ruolo che si prospetta alle Regioni secondo la riforma istituzionale portata avanti dal Governo Renzi e coordinata dal Ministro Maria Elena Boschi, a settembre oggetto di esame parlamentare”. 
“I consigli regionali – conclude il presidente dell’Assemblea toscana – non possono che condividere questa impostazione e faremo sentire la nostra voce di apprezzamento anche richiedendo specifiche audizioni in Parlamento. Chi vuole che a far parte del Senato siano tre consiglieri regionali ab origine specializzati per la partecipazione in Parlamento rende queste persone nuovamente nominate dai partiti, non figure in grado di esprimere autenticamente i bisogni dei cittadini. La Costituzione italiana si fondò sul bicameralismo perché nel 1948 si usciva dalla dittatura del Ventennio fascista e i principi di compensazione tra i vari poteri dello Stato, che garantivano la struttura democratica, erano allora molto forti. Oggi le esigenze sono quelle di una maggiore efficienza e rapidità istituzionale e il sistema presentato dal Governo ne rappresenta una buona forma. Spero che il Senato riesca ad approvarla senza stravolgimenti, perché valorizza le autonomie territoriali e semplifica il percorso legislativo”. (red) 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana