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COMUNICATO STAMPA  n. 0796

 
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Lavoro: Marini, impegno a favore del personale Camere di commercio

Incontro con una delegazione di Unioncamere e le organizzazioni sindacali, il presidente della commissione Emergenza occupazionale, Paolo Marini, annunciato una mozione

 

1 agosto 2014

 

Firenze – Una risoluzione per esprimere solidarietà al personale di Unioncamere Toscana e delle Camere di commercio che, con la riforma della Pubblica amministrazione, rischiano la chiusura o comunque un forte ridimensionamento. L’iniziativa è stata stata annunciata, a chiusura dell’audizione svolta con il personale di Unioncamere ed i loro rappresentanti sindacali, dal presidente della commissione istituzionale Emergenza occupazionale, Paolo Marini, Rc-Ci, che ha anche accolto l’idea espressa dalla consigliera Vanessa Boretti, Pd, che fa parte della stessa commissione e della commissione Sviluppo economico. La consigliera ha proposto che della questione si occupino, in modo congiunto, entrambe le commissioni consiliari.
      Il presidente Marini, dopo aver affermato che “le riforme in atto della Pubblica amministrazione stanno portando, in tutta Italia, alla soppressione di molte camere di commercio e di Unioncamere”, ha sottolineato “da una parte l’esigenza di comprendere che cosa accadrà in concreto, dall’altra quella di portare il tutto all’attenzione della società toscana”.
A guidare in audizione la delegazione di Unioncamere è stato il segretario generale Enrico Ciabatti, che ha rinnovato le critiche “già espresse anche in altre sedi”, rispetto alla chiusura delle camere di commercio. La chiusura di tali enti, secondo Ciabatti, avrà presumibilmente degli effetti altamente negativi sulla struttura economica della Toscana e in proiezione sull’economia concreta dell’intero Paese.
      Con Ciabatti erano presenti alcuni funzionari ed impiegati di Unioncamere che hanno portato la loro esperienza evidenziando l’utilità del sistema camerale, definito “una vera e propria anagrafe delle imprese”.
“Assolutamente inconcepibile” è la scelta operata dal governo guidato da Matteo Renzi secondo la vicepresidente della commissione Emergenza occupazionale, Marina Staccioli, FdI, che ha definito “miope” la decisione di chiudere anche le camere di commercio dopo aver già penalizzato i territori, ha detto, attraverso la soppressione di molti tribunali periferici e moltissimi uffici postali. “Certe scelte”, ha sostenuto la Staccioli, “dimostrano che non si conosce la realtà dove si opera politicamente e si ignorano i bisogni dei cittadini”.
      La consigliera Boretti, oltre ad avanzare la citata proposta, ha affermato che la riforma della Pubblica amministrazione, per quanto possa apparire con risvolti dolorosi sul piano organizzativo ed occupazionale, è ormai indispensabile e da essa “può effettivamente ripartire il rilancio del Paese”. La Boretti si è detta tuttavia disposta ad approfondire la tematica della riforma del sistema camerale.
      Anche Rudi Russo, Cd, ha affermato di non essere contrario a una riforma della Pubblica amministrazione, ma ha aggiunto che occorre procedere con attenzione al fine di salvaguardare enti e livelli di servizi essenziali, se non addirittura indispensabili, per il cittadino e le imprese.
      Da parte sindacale, infine, c’è stata la richiesta di dar vita, in Toscana, ad una riflessione finalizzata al “contenimento degli effetti negativi” connessi alla chiusura di Unioncamere e del forte ridimensionamento del sistema camerale. In commissione erano presenti delegati della Funzione pubblica regionale di Cgil, Cisl e Uil. (mc)

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