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L'intervento del presidente della Regione Eugenio Giani

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COMUNICATO STAMPA  n. 0910

 
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Consiglio solenne: Giani, Dante profondamente radicato nella Toscana

L’intervento del presidente della Regione nella seduta al Teatro della Pergola a Firenze: “La scelta di Dante fu quella di darsi un profilo d’identità toscana”

 

di Benedetta Bernocchi, 10 settembre 2021

 

“Quest’occasione, nella sua solennità, ci offre il messaggio del significato e dell’importanza attribuiti a Dante che si rivela attuale ancora oggi nel suo modo di pensare, nel proporre gli argomenti di una speculazione filosofica, religiosa e intellettuale”. Così il presidente della Toscana Eugenio Giani apre il suo intervento al Teatro della Pergola per la seduta solenne del Consiglio regionale per celebrare Dante a settecento anni dalla morte. 
 
"Quando parliamo di Dante è importante - continua - che tutto questo avvenga proprio in Toscana ovvero la realtà nella quale Dante ha vissuto gran parte della sua vita”.   
 
Il presidente Giani ha ricordato ”il segno eterno che ha lasciato la  sua opera che continua a stimolare riflessioni non solo di carattere intellettuale” e poi gli artisti e i pensatori che a lui si ispirano. Giani parla di un Dante che nella Divina commedia da un lato dà l’idea d’Italia e “dell’autonomia del nostro Stato” che “riuscì ad identificare come “lo stivale va dall’estrema punta della Sicilia a Pola” e dall’altro “definisce nel XVI canto del Paradiso la Firenze che va dal Galluzzo a Trespiano, che sono oggi esattamente i confini di Firenze”. “È incredibile e straordinario nel suo senso di appartenenza a questi territori”. Giani rammenta Dante il filosofo d’eccezione, il teologo, l’uomo che si esprime nella sua poliedricità, l’intellettuale, l’astronomo, il geografo, lo storico “dalle capacità eterodisciplinari di informazione ed espressione che gli danno una dimensione enciclopedica”. 
 
Il presidente si è soffermato sul fatto che Dante abbia scritto la Divina Commedia negli anni dell’esilio, “in questi 19 anni di formale esilio ogni giorno doveva conquistarsi una corte diversa dove poter stazionare e guadagnarsi un’ospitalità per vivere”. “Dante fu pellegrino in tutta la Toscana” afferma Giani, ricordando poi i riferimenti “dagli amati Malaspina della Lunigiana, a ‘Campaldino’, al  ‘Casentino’ alla Maremma definita da ‘Cecina a Corneto” e ancora Pisa, Siena, Lucca, Chiusi, Badia Tedalda, Pomarance e Larderello”.
 
E infine, il ritorno al presente: “è stato straordinario - conclude Giani - nel bando che abbiamo fatto sono stati 190 i comuni della Toscana che si sono proposti per un’iniziativa su Dante ed è proprio questo radicamento nella Toscana che ritroviamo in Dante”. “La scelta del Sommo Poeta fu quella di darsi un profilo d’identità toscana - afferma Giani - quando gli chiedevano da dove provenisse, mai c’era un riferimento a Firenze ma sempre alla Toscana, ‘O’Tosco’ e poi “nato nell’aer tosca”.
 
 
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