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Il presidente della III commissione Stefano Scaramelli: "Nuovi diritti per le persone che più di altre hanno più bisogno"

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COMUNICATO STAMPA  n. 1342

 
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Alloggi Erp: Scaramelli, una legge per chi ha bisogno

Il presidente della commissione Sanità ha illustrato in aula la proposta che ridefinisce i criteri di assegnazione delle case popolari. “Testo innovativo, non banale, complesso e molto articolato. Auspico un dibattito franco e un consenso largo”

 

di Ufficio Stampa, 5 dicembre 2018

 

Una legge innovativa, pensata “per chi ha bisogno”perché il “discrimine non è la nazionalità.  Il cardine è capire chi aiuta, declinare bene lo stato di bisogno che ci ha portati a questo testo”. Il presidente della commissione Sanità in Consiglio regionale, Stefano Scaramelli (Pd), ha aperto ieri pomeriggio, martedì 4 dicembre, il dibattito sulle nuove disposizioni in materia di edilizia residenziale pubblica. Un testo che approda in Aula dopo 15 mesi di lavoro e discussione “durante i quali abbiamo avuto modo e tempo per approfondire e capire chi aiuta questa nuova legge sull’Erp”ha spiegato Scaramelli. “Aiuta chi lavora da anni nel nostro territorio, le giovani coppie, chi ha un reddito basso, i precari, chi non riesce a pagare affitti sempre crescenti nel mercato libero e chi, non avendo figli, pur avendo altri requisiti, non ce l’avrebbe mai fatta a vedersi assegnare un alloggio”.
 
“Aiuta – ha continuato il presidente – chi ha disabilità fisiche e mentali, quanti sono stati impoveriti dalla crisi e faticano a trovare una casa. Tutela chi ha già beneficiato di un diritto che consente la crescita sociale e l’emancipazione offrendo al tempo stesso nuove opportunità a chi da anni è ancora in attesa”. Una legge, insomma, in cui si ritrovano diritti, doveri e nuovi diritti come ha spiegato Scaramelli parlando di “nuovi poveri cui dobbiamo dare risposte”, di “meccanismo che premia in maniera importante il lavoro”, di punteggi in favore di coloro che fanno domanda da molto tempo, ma non riescono mai ad arrivare all’assegnazione di un alloggio” fino alla misura rivolta ai sindaci per agevolarli nella gestione di situazioni emergenziali.
 
Case popolari a FirenzeLe tutele elencate dal presidente sono state molte, a cominciare dall’innalzamento del livello di soglia che permette di rimanere all’interno del circuito Erp. “Abbiamo pensato a chi oggi è titolare di diritti, consentendo un canone più basso, da 56 a 50 euro, mantenendo un’invarianza dei canoni che consente una tariffazione costante nel tempo. Siamo intervenuti sullo stato della governance e quindi delle aziende che governano il sistema e mantenuto gli 11 Lode (Livelli ottimali di esercizio) a livello locale”
 
Parlando di doveri, il presidente ha citato “elementi nuovi, importanti, articolati con una soluzione mediata fra le varie forze politiche”. Come i corsi di educazione civica per chi vive all'interno di una casa popolare. “Rimandiamo ai soggetti gestori e ai Comuni questa attività formativa che pure non è vincolante in sede di partecipazione al bando” ha spiegato.  Altra novità importante, condivisa soprattutto con le organizzazioni sindacali e rappresentanti degli inquilini, riguarda problematiche sollevate in particolare dai Comuni perché il contrasto disagio abitativo “possa diventare prevalente o quantomeno aumentato”. “C’è una domanda forte di residenzialità a cui dobbiamo rispondere e in questo caso il rapporto fra canone e reddito può essere elevato fino al 50 per cento” ha detto ancora Scaramelli portando l’esempio di persone che guadagnano mille euro e che quindi non possono permettersi un affitto di 500. “Abbiamo nuovi poveri” ha continuato parlando di precari, citando poi misure di sostegno per le giovani coppie: “non dovranno più dimostrare la convivenza di due anni per poter partecipare ai bandi”.
 
Sul fronte punteggi, Scaramelli ha ricordato l’aumento previsto per chi da tempo fa domanda ma non si vede mai assegnare una casa. “In questi casi è evidente che il bisogno si è procrastinato ed è quindi doveroso intervenire”. A tal proposito è prevista anche una norma specifica dedicata ai Comuni che consente loro di gestire casi di emergenzialità: le abitazioni potranno essere inserite in percorsi di emergenza fino al 40 per cento del patrimonio disponibile. “Una soglia molto importante che consente anche a persone con disagi di carattere psichico o mentale di rientrare in un percorso agevolato” ha spiegato Scaramelli.
 
Sul processo di emancipazione sociale, il presidente ha precisato che può terminare al raggiungimento di un reddito superiore ai 36mila euro, con una forbice che scivola fino a 27mila su base Isee in modo da declinare situazioni specifiche e realtà territoriali.
 
Diamo una risposta abitativa ai più deboli – ha concluso –, mettendo i doveri al fianco dei diritti, introducendo controlli tassativi e corsi di educazione civica diffusa. È una scelta politica figlia della cultura riformista e progressista della Toscana capace di coniugare giustizia sociale, legalità e valori democratici”.  “Auspico un dibattito franco e un consenso largo”.
 
 
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La legge in sintesi
 
La legge in materia di edilizia residenziale pubblica ridefinisce i criteri di assegnazione delle case popolari. Arriva a conclusione un lungo lavoro sul testo che la Giunta regionale aveva presentato in commissione nel marzo scorso. Un lavoro che ha portato a una profonda riscrittura del provvedimento, emendato in commissione Sanità articolo per articolo. Rispetto al progetto iniziale, che ne prevedeva il superamento, restano gli undici soggetti gestori e i relativi Lode (i livelli ottimali d’esercizio), per i quali si prevedono modelli organizzativi che permettano di esercitare le funzioni anche in forma associata, preferibilmente nell’area vasta di appartenenza, e l’istituzione di commissioni territoriali per il contrasto al disagio abitativo.
 
Vengono riviste le modalità di accesso, assegnazione e utilizzazione degli alloggi Erp e i canoni di locazione, che vengono distinti in quattro tipologie: minimo; sociale; ordinario protetto; massimo di solidarietà. Si introducono modifiche alla disciplina dell’annullamento e della decadenza dall’assegnazione e della risoluzione del contratto di locazione. In particolare, tra gli elementi introdotti, per partecipare ai bandi per l’assegnazione di alloggi Erp, non saranno ammesse persone “con condanne penali passate in giudicato per delitti non colposi per i quali è prevista la pena detentiva non inferiore a cinque anni, ovvero avvenuta esecuzione della relativa pena”. Il procedimento di decadenza sarà avviato obbligatoriamente dal Comune nei confronti dell’assegnatario “che abbia riportato condanna definitiva per violenza o maltrattamenti verso il coniuge, i minori o altri componenti del nucleo familiare” e per i delitti non colposi suddetti. Il Comune procederà all’assegnazione dell’alloggio ad altro componente del nucleo familiare. 
 
Un sub-emendamento presentato in commissione dal presidente Scaramelli ha rimodulato l’assegnazione dei punteggi e introdotto per la prima volta i 3 punti a chi è residente o lavora nell’ambito territoriale da almeno 15 anni e 4 punti per chi è residente e lavora da almeno 20 anni alla data della pubblicazione del bando.
 
Le vecchie graduatorie rimarranno in vigore fino al momento in cui il Comune non emetterà il nuovo bando.
Si attribuisce un criterio prevalente di premialità del disagio abitativo, per il quale è stata tolta la soglia dei 6 punti.

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