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Le dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani

Immagine - Arte: Gonfalone d’argento al maestro Luca Alinari

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COMUNICATO STAMPA  n. 0569

 
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Arte: Gonfalone d’argento al maestro Luca Alinari

Il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani ha conferito il massimo riconoscimento dell’assemblea toscana al pittore fiorentino

 

di Paola Scuffi, 4 giugno 2018

 

“Grazie per tutto quello che hai fatto e continuerai a fare, non solo per la Toscana, ma per il mondo, grazie per il tuo essere espressione dell’arte contemporanea, della tua capacità surrealista di trasmettere immagini da sogno”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani  si è rivolto al maestro Luca Alinari, nel corso della cerimonia di conferimento del Gonfalone d’Argento, massimo riconoscimento dell’Assemblea toscana. 
 
Ripercorrendo la carriera del pittore fiorentino, il presidente ha ricordato che fu il primo artista toscano a donare una sua opera, nel 2000, all’allora costituenda pinacoteca del Consiglio regionale; a caratterizzare le prime edizioni della Festa della Toscana; a creare tanti loghi, “capaci di creare emozioni, dal Cencio per il Palio di Siena nel 1990, fino alla creazione del simbolo per i 1000 anni della dedicazione della Basilica di S. Miniato a Monte, lo scorso 27 aprile”.  “Un percorso artistico trentennale che lo ha portato ad essere caposcuola, nel suo ‘contagiare’ altri artisti – ha sottolineato – ma anche riferimento a livello internazionale, grazie ai successi in Cina, Europa, Africa, fino all’attuale impegno per il Museo di Tunisi, tristemente famoso per l’attacco dell’Isis”. 
 

“Oggi l’emozione mi ha preso a tradimento”, ha confessato il maestro. “Essere pittore a Firenze significa dipingere in ginocchio, perché Firenze è crocevia concettuale di arte, pittura, architettura e scultura… - ha sottolineato - Io sono nato a Firenze e non è colpa mia; sono nato pittore e non è colpa mia, ma a Firenze dipingo in ginocchio”. E trasportando la platea nella creatività, il maestro ha parlato del quadro come di un processo che nasce dall’ignoranza totale della tela bianca, che inconsapevolmente prende forma se sai di non sapere, se sei capace di lasciarti alle spalle le convenzioni, se riesci a trasmettere non le tue impressioni ma quelle vissute dalla società. “Io ci provo e vi ringrazio del premio”, ha concluso, ricordando che con l’arte “bisogna creare, sfuggire ai codici e inventarne altri”.

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