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COMUNICATO STAMPA  n. 0082

 
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Giorno Memoria: seduta solenne, a Renzo Montini l'abbraccio della Toscana

L'intervento della vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana e della vicepresidente della Giunta. In aula presenti autorità civili e militari, Renzo Montini, deportato a Mauthausen quando aveva 15 anni, e il presidente dell'associazione nazionale partigiani Bruno Possenti

 

30 gennaio 2018

 

Firenze– Un caloroso applauso a Renzo Montini, deportato all’età di 15 anni da San Frediano dove faceva il trippaio per essere condotto attraverso il binario 6 a Mauthausen, ha aperto la seduta solenne del Consiglio regionale dedicata alla Giornata della Memoria.La vicepresidente dell’assemblea toscana ha affidato a Montini, uno degli ultimi reduci dai campi nazisti, l’abbraccio della Toscana nella speranza che i giovani lo abbiamo come pensiero.

La vicepresidente ha parlato delle numerose iniziative che la Toscana ogni anno mette in campo per non dimenticare e delle responsabilità delle istituzioni che devono essere di monito affinché ciò che è accaduto non succeda più e affinché ai morti non vengano dati colori, bandiere o etichette. A conclusione della seduta, la vicepresidente ha portato a Montini, seduto tra il pubblico, il simbolico abbraccio di tutta la Toscana.

È quindi intervenuta la vicepresidente della Giunta regionale. Il compito istituzionale della Regione è quello di contribuire alla formazione di una coscienza democratica e antifascista di tutti i cittadini e in particolare, delle nuove generazioni. Barni, ricordando la legge 211 del 2000 che istituisce il Giorno della Memoria, ha raccontato lo sviluppo delle politiche della memoria portate avanti dalla Regione che anche in campo nazionale ha dato vita ad un’esperienza di eccellenza per la ricchezza, l’originalità e la qualità delle iniziative promosse. Secondo la vicepresidente, questa giornata è diventata un’occasione pubblica di riflessione e di ricerca storica sull’antisemitismo e sul razzismo di ieri e di oggi e un’occasione per diffondere la cultura dei diritti umani e della cittadinanza fondata sull’inclusione e sulla convivenza delle diversità contro ogni discriminazione nei confronti di etnie, culture e religioni diverse, unico antidoto alle derive di intolleranza e fondamentalismo.

Per questa operazione culturale, la vicepresidente della Giunta regionale ha spiegato che è stata scelta la via dell’investimento sull’informazione e sulla ricerca, un progetto educativo che dura tutto l’anno e che si articola su molteplici versati dal Treno della Memoria al Meeting, alla formazione degli insegnanti, al sostegno alla ricerca sulla deportazione in Toscana.  
Lo sforzo della Toscana, come ribadito dalla vicepresidente, non è quindi quello di commemorare poiché la commemorazione potrebbe diventare qualcosa di freddo, ma di costruire strumenti per combattere l’indifferenza e di investire sull’educazione. (bb)

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana