Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy dei siti del Consiglio regionale della Toscana.

COMUNICATO STAMPA  n. 0091

 
dal   
  al     
 

Seduta solenne: Rossi,vaccinare contro il virus della violenza e promuovere diritti universali

L'intervento del presidente della Giunta regionale per il Giorno della Memoria. "Senza valori e senza tenere saldi i principi di umanità e solidarietà può accadere di nuovo"

 

27 gennaio 2017

 

Firenze - “Oggi ricordiamo – ha esordito il presidente della Giunta regionale Enrico Rossi - che nel cuore dell’Europa vennero torturati, affamati, sterminati 10 milioni di individui ritenuti ‘scarti della società’: disabili, Rom e Sinti, omosessuali, oppositori politici, prigionieri di guerra, gli appartenenti alle comunità ebraiche”. Il presidente ha sottolineato che è necessario chiedersi come questo sia potuto accadere nel cuore dell’Europa civile, come si siano potute  realizzare “quell’irreggimentazione di massa” e “quell’anestesia emotiva” che hanno permesso di organizzare una macchina di morte con sistemi moderni, ricorrendo alla tecnologia. Rossi ha ricordato che in Germania, dopo la Grande guerra, le condizioni umilianti imposte dai vincitori e la crisi economica gettarono buona parte della popolazione nella povertà e nella disperazione; già da tempo, inoltre, era iniziata l’identificazione della nazione con la razza. I nazisti ebbero dunque gioco facile nel trovare negli ebrei il nemico interno contro cui scatenare la rabbia della popolazione frustrata. “Ma la belva immonda – ha proseguito - non è stata sconfitta, è accaduto e può accadere di nuovo, anzi accade nuovamente, basti pensare agli eventi occorsi in Ruanda, Bosnia, alle guerre in Medio Oriente, Africa, Asia e ai milioni di persone che vivono in condizioni di fame e stenti. Senza valori e senza tenere saldi i principi di umanità e solidarietà può accadere di nuovo”. Il Treno della memoria anche quest’anno è partito con oltre 500 studenti, e Rossi ha ribadito che la Regione Toscana, che dal 2002 si impegna ad organizzare questa e altre iniziative, vuole continuare su questa strada. “L’obiettivo è vaccinare i nostri ragazzi contro il virus della violenza e promuovere la cultura dei diritti universali, una cultura che riconosca il valore dell’articolo 3 della nostra Costituzione proiettato a livello mondiale”. “Questa è una necessità in un mondo globalizzato come quello attuale. Un mondo - ha proseguito Rossi – in cui la politica è stata eccessivamente ancillare rispetto agli interessi finanziari. Dobbiamo trovare una strada per rimettere al centro le persone, per restituire alla politica la forza di orientare le scelte. Dobbiamo provare a costruire un mondo secondo quanto previsto dall’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre 1048” per cui tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti, sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. E ha concluso: “Dobbiamo domandarci: questo principio è veramente da noi adottato nelle scelte politiche e nella vita di tutti i giorni? Io temo di no e questo deve indurci a riflettere e ad agire di conseguenza”. (cem)
 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana