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COMUNICATO STAMPA  n. 0090

 
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Seduta solenne: Giani, commosso da esperienza con ragazzi sul Treno per campi sterminio

Il presidente apre la seduta del Giorno della Memoria. "Toscana si stringe attorno a vittime e superstiti". Il monito per il presente e per il futuro

 

27 gennaio 2017

 

Firenze – Il presidente del Consiglio ha aperto la seduta solenne del Consiglio per la Giornata della Memoria. Dopo il saluto a tutte le autorità presenti, Giani ha pronunciato un intervento da cui è emersa vivida l'esperienza appena conclusa del viaggio con il Treno della Memoria. Il presidente è rimasto "commosso, l'altro ieri a Cracovia, a vedere i 501 ragazzi del Treno della Memoria ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti"; commosso, a vedere tutti quei diciotto e diciannovenni ascoltare la voce di Andra e Liliana, che a 4 e 6 anni vissero Auschwitz nella baracca adibita agli esperimenti di Mengele, impegnato sui bambini che "sembravano" gemelli (le due bambine non lo erano, ma si assomigliavano tantissimo e per questo finirono lì). "Esperimenti condotti con ganci, corpi contundenti inseriti in modo straziante nei corpi dei bambini", per capire, infine, "come accelerare il processo di nascita dei gemelli e quindi l'espandersi della razza ariana". Il viaggio in Polonia, nell'orrore nazista, è stato condiviso con la vicepresidente Lucia De Robertis, Tommmaso Fattori (ancora sul Treno) e Manuel Vescovi. "Abbiamo vissuto insieme, come un tutt'uno, l'intensità di questi momenti", dice Giani, che elogia a più riprese il viaggio organizzato "meritoriamente dalla Regione", per la decima edizione, a cui hanno partecipato quest'anno l'assessore Cristina Grieco e la vicepresidente Monica Barni. Giani richiama l'importanza di consentire oggi, a ragazzi di 18 e 19 anni "di essere testimoni di quanto accadde; domani devono diventare ambasciatori, per tramandare e insegnare cosa è accaduto quando non ci saranno più i superstiti". Ambasciatori della crudeltà e della follia che il viaggio fin dentro i luoghi del massacro mostra senza nulla nascondere. Il presidente descrive i metodi dell'uccisione di massa, "la catena umana" per procedere a quel massacro che si intensificò proprio dal settembre '45, quando ormai i nazisti sapevano che era finita. "Le guide – aggiunge Giani - ricordavano che si è parlato di 1 milione persone che erano consapevoli e collaborative nel decretare la catena di distruzione di massa; erano a conoscenza e collaboravano". Agli ebrei va "il senso profondo della solidarietà assoluta", e con loro "ai Sinti, ai Rom, ai diversi..". Di ogni tempo e anche di quello più recente. Giani cita la Yugoslavia di 20 anni fa, "oggi le concezioni dell'Isis", e anche all'affermarsi, in Austria, di chi ritiene che "quei valori che presiedevano a questa ideologia totalizzante" abbiano "dignità di espressione ancora oggi". Le "immagini devastanti" che quei 501 ragazzi oggi hanno negli occhi devono perciò attivare un "monito": queste sono occasioni in cui ciascuno, nel ruolo che svolge per le istituzioni, trova l'energia per trasmettere il miglior antidoto, "i valori di democrazia e libertà, l'elevazione culturale dell'uomo". Perché "la civiltà possa crescere nel rispetto degli altri". "Il nostro essere qui è fare attivo", conclude Giani, che ringrazia "di cuore" tutti i presenti. Ovvero l'importante parterre di Istituzioni e autorità che all'inizio di seduta il presidente del Consiglio ha nominato e salutato per ricordare "una Toscana che si stringe intorno alle vittime, ai superstiti, a coloro che hanno vissuto direttamente il dramma che avvenne con l'Olocausto e ai partecipi nella Memoria chiamati qui oggi". (Cam)

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