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COMUNICATO STAMPA  n. 085

 
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Giorno della Memoria: inaugurata mostra fotografica Firenze 1944

“Riapre la scuola ebraica” a palazzo Bastogi immagini e testimonianze dell’ottobre ’44. Grazia Sestini, garante regionale dei minori: “Educazione primo strumento per insegnare dignità e diversità”. Organizzata in collaborazione con la Comunità ebraica e l’Università di Firenze. Fino al 2 febbraio

 

27 gennaio 2015

 

Firenze – “L’educazione e la cultura sono il primo strumento per insegnare all’uomo cos’è l’uomo, cos’è la dignità, cos’è la diversità e cos’è la ricchezza dell’accoglienza. Levi sopravvive nel lager recitando l’Ulisse di Dante che aveva imparato a scuola. E nella città di Dante si torna a vivere pensando alla scuola”. Così il garante per l’infanzia e l’adolescenza della Toscana, Grazia Sestini, ha inaugurato la mostra fotografica “Firenze 1944: riapre la scuola ebraica” a cura di Silvia Guettadel dipartimento Scienze educazione e psicologia dell’Università di Firenze e organizzata in collaborazione con la Comunità ebraica e l’Università di Firenze. Una preziosa e intensa testimonianza di anni unici in cui, a partire dall’ottobre del 1944, la popolazione ebraica poté finalmente tornare a respirare aria di speranza e libertà subito concretizzata in ciò che ogni comunità umana deve porre come prioritario per garantire la propria sopravvivenza: aprire una scuola.
“La mostra sulla riapertura della scuola ebraica è il contributo che il Garante vuole dare alle celebrazioni del Giorno della Memoria ricordando un momento particolare, dedicato ai bambini”. “Con le macerie ancora sulle strade, in una città che mancava di tutto e ancora tutto l’orrore non era noto, la comunità più colpita sente il bisogno di riprendere a vivere pensando ai più piccoli e all’educazione”. “Sono dei soldati, finalmente uomini di pace, ad iniziare tutto assieme ai pochi rimasti di cui la mostra ricorda nomi e cognomi così come ricorda quelli che a scuola non tornarono più”. “Abbracciamo idealmente quegli insegnanti, quei soldati e quei ragazzi – ha continuato Sestini – perché tornando a scuola dissero a tutti che ancora una volta la barbarie non aveva vinto e contemporaneamente accogliamo l’insegnamento che nelle difficoltà, anche le più terribili, la possibilità di ricominciare passa dall’attenzione ai più piccoli e dalla trasmissione della cultura”.
All’inaugurazione hanno partecipato anche i consiglieri Daniela Lastri, che fa parte dell’Ufficio di presidenza, Paolo Bambagioni, Vanessa Boretti, Eugenio Giani e Aldo Morelli. Tutti hanno speso parole di ringraziamento per l’iniziativa promossa dal Garante regionale. “Questa mostra dà il senso di come la Toscana, Firenze e la nostra comunità siano fortemente attente nel ricordo ma soprattutto nel dare una forte prospettiva di futuro contro l’antisemitismo, il razzismo e per l’inclusione, il dialogo e la pace”, ha detto Daniela Lastri.
Paolo Bambagioni ha ricordato come la mostra sia uno “spaccato della vita cittadina. Ci fa vedere le ricadute negative della guerra a Firenze e in particolare sulla Comunità ebraica. È continua testimonianza che caratterizza anche la nostra politica e in questo senso le scelte della Regione sono inequivocabili: impegno costante contro fanatismo e antisemitismo”. Per Vanessa Boretti la riapertura della scuola ebraica è il “miglior simbolo di ritorno alla libertà. L’impegno della Comunità Ebraica nella città di Firenze ha ridato speranza e fiducia nel futuro a persone che avevano sofferto sulla propria pelle le ingiustizie e i soprusi della guerra. La memoria è oggi ma deve essere ogni giorno”.
Secondo Eugenio Giani “vedere queste immagini nel giorno della Shoah significa vivere un momento così drammatico con la sensazione di una prospettiva di ripresa, di rilancio delle idee e della presenza della città di Firenze da parte della Comunità ebraica”.
Aldo Morelli ha osservato come la memoria si “trasmetta anche attraverso la scuola. La riapertura di quella ebraica ha un valore di ricostruzione della vita, della famiglia. La cultura è l’arma fondamentale per combattere tutte le forme di estremizzazione della politica, della religione e dell’ideologia”.
La mostra, allestita al primo piano di Palazzo Bastogi a Firenze (via Cavour, 18), resterà aperta al pubblico fino al 2 febbraio prossimo, dal lunedì al venerdì con orario 14–18. (f.cio)

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