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COMUNICATO STAMPA  n. 1312

 
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Festa Toscana: Lastri, Catia Franci protagonista del cambiamento

Seminario in Auditorium di Palazzo Panciatichi a venti anni dalla scomparsa di una donna “simbolo della buona amministrazione e della bella politica”, che ha intrecciato il proprio cammino con Franca Pieroni Bortolotti

 

7 dicembre 2013

 

 
Firenze – Politica e storia rigorosamente declinate al femminile. Questa la sintesi degli appuntamenti di oggi, sabato 7 dicembre in Consiglio regionale, con il seminario dedicato a Catia Franci e Franca Pieroni Bortolotti, al mattino, in auditorium di Palazzo Panciatichi, e quindi alla premiazione delle vincitrici della XIX edizione del Premio Franca Pieroni Bortolotti, nel pomeriggio, in Sala delle Feste di Palazzo Bastogi.
“Oggi parliamo di due donne: una delle due, Catia Franci, ha voluto nel 1990 questo premio intitolato all’altra, Franca Pieroni Bortolotti, intrecciando così passato, presente e futuro in un luogo ideale, la narrazione della storia delle donne”. Così ha esordito nell’intervento introduttivo Daniela Lastri, consigliera segretaria dell’Ufficio di presidenza dell’Assemblea toscana, che nel proprio intervento ha ricordato Catia Franci, a venti anni dalla sua scomparsa.
“Catia è per tutte le donne un simbolo della buona amministrazione e della bella politica - ha continuato Lastri – lo è certo per me, che ho potuto conoscerla e incamminarmi sul sentiero che anche lei aveva tracciato”. Da qui una panoramica su come questa protagonista ha amministrato la cosa pubblica e interpretato la politica, vivendo il proprio tempo senza mai distogliere lo sguardo dal futuro, “sapendo vedere dove c’è continuità e dove c’è vera innovazione, nelle cose, nei rapporti di potere, nelle relazioni tra le persone”. “Catia Franci ha saputo costruire il vero cambiamento, ha gettato le basi per realizzarlo, conquistando un posto tutto suo nella storia di Firenze” ha affermato la consigliera, raccontando come una giovane donna, appena diventata maestra, decise di lasciare il proprio lavoro per dedicarsi alla politica, ad “un movimento che rappresentava l’aspirazione più forte al rinnovamento, dimostrando, con le armi della sua intelligenza e del suo spirito libero, come le donne potessero farsi valere anche nei luoghi tradizionali della politica, pure assumendo ruoli di solito riservati agli uomini, senza perdere nulla della propria qualità di genere”.
Per un impegno che Lastri ha così sintetizzato: “conquistò uno spazio importante nel suo partito, conquistò le istituzioni alla politica di genere, conquistò il cuore delle donne che dalla politica e dalle istituzioni fino ad allora avevano ricevuto solo timidi riconoscimenti”. Un’impresa che la portò a mettere in gioco la sua tradizione, con uno spirito di apertura, di ricerca, di innovazione culturale molto pronunciata. Basti pensare alla nuova stagione dell’infanzia, “ispirata non solo ai bisogni ma anche ai diritti dei bambini”; al progetto donna caratterizzato da partecipazione diffusa e azioni di governo; al progetto giovani; al comitato per l’inviolabilità del corpo femminile, al centro di prevenzione oncologica per le donne, fino all’associazione Artemisia. “Molte cose di cui oggi si parla come se fossero scontate – ha affermato Lastri – vengono da quella sua eccezionale esperienza, che l’ha vista superare tutti gli esami, eppure ciò che dobbiamo portarci dietro è più il suo modo di fare politica che gli stessi risultati, è il come più che il cosa”. E leggendo uno stralcio del libro pubblicato nel 2004 dal Comune di Firenze, in memoria dell’amministratrice fiorentina - “le donne sono affamate di tempo, il loro tempo è quello del mentre, mentre mi vesto preparo il caffè, mentre cucino riguardo i compiti dei ragazzi” – la consigliera ha così concluso: “Anche il tempo di Catia Franci è stato così, mentre costruiva progetti noi osservavamo, partecipavamo e imparavamo; mi ha fatto piacere parlare del suo esempio, e dirvi come è vivo il suo ricordo e il suo insegnamento, questa è la buona amministrazione, questa è la bella politica”.    
Il seminario “Catia Franci e Franca Pieroni Bortolotti. La politica, i movimenti delle donne, la storia”, è continuato con gli interventi – coordinati da Isabelle Chabot, presidente della Società italiana delle storiche – di Anna Scattigno (Società italiana delle storiche) e Monica Pacini (Università degli studi di Firenze), per concentrarsi su due figure che hanno lasciato il segno nella storia politica, sociale e culturale del nostro paese. (ps) 
 

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