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COMUNICATO STAMPA  n. 1305

 
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Inaugurato Pianeta Galileo: investire nella scienza per investire nel futuro

Inaugurata al Rettorato l’edizione 2008. Nencini: “La Toscana ha avamposti di eccellenza, ma se gli avamposti rimangono isolati, le battaglie si perdono”. Rogari: “Il nostro futuro si fonda su ricerca e tecnologia”

 

10 ottobre 2008

 

Firenze – Nel nome della ricerca, della scienza, dell’innovazione, si è inaugurata oggi nell’Aula Magna del Rettorato la quinta edizione di Pianeta Galileo, che nelle prossime settimane porterà in tutta la Toscana eventi, convegni, lezioni, dibattiti, spettacoli sul mondo della scienza. “Oggi siamo agli albori della più grande rivoluzione della storia dell’umanità, la rivoluzione tecnologica, che ci impegnerà su fronti del tutto nuovi – ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Riccardo Nencini – O decidiamo di investire su questa frontiera, e affermiamo che la Toscana è cultura ma è anche scienza e tecnologia, oppure rischiamo di arretrare”. “Nella nostra regione – ha proseguito – ogni anno i laureati nelle materie scientifiche sono circa un migliaio. Troppo pochi. La Toscana può contare su alcune eccellenze: ci sono avamposti che lavorano su fronti assolutamente innovativi con grande successo, spesso grazie a ricercatori precari, e di solito senza grande clamore. Ma se gli avamposti rimangono isolati, le battaglie si perdono. Per questo bisogna che tutto il resto dell’esercito universitario si avvicini e sostenga chi svolge ricerche di eccellenza”. “Pianeta Galileo nasce con questo spirito – ha continuato Nencini – E’ un modo per convincere in primo luogo i giovani e le famiglie che è possibile vedere la scienza in un’ottica atipica e divertente, che non sia soltanto scolastica. Quest’anno il pacchetto centrale delle iniziative è rivolto proprio agli studenti: è questa la strada da battere”. “Pianeta Galileo è un atto di ottimismo, perché sceglie di puntare sul futuro – ha detto Sandro Rogari, prorettore alla didattica dell’Università di Firenze – Solo se stimoliamo nei nostri giovani l’interesse per la cultura scientifica, sarà possibile rispondere alle sfide di domani”. “La crisi finanziaria senza precedenti che stiamo vivendo ci richiede ancora di più di investire sulla ricerca scientifica e tecnologica – ha detto - perché è su questo che si fonda il nostro futuro, quello della vita reale e dell’economia reale, non quello incerto dell’economia speculativa fatta di carta. Se non sapremo garantire ai nostri giovani ricercatori, che lavorano con entusiasmo anche se nella precarietà, quanto meno la soddisfazione per quello che fanno e la possibilità di proseguire, non avremo futuro”. (ab – segue)

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