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COMUNICATO STAMPA  n. 1266

 
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Pianeta Galileo, presentata l’edizione 2008 (2)

Gli interventi di Riccardo Nencini, Sandro Rogari e Franco Pacini in conferenza stampa

 

6 ottobre 2008

 

Firenze – “Non è una nota di colore, l’omaggio al sepolcro di Galileo con il quale abbiamo voluto dare il via a queste celebrazioni. E’ un modo per significare la netta percezione che siamo ormai immersi nella rivoluzione più sconvolgente degli ultimi secoli: la rivoluzione scientifica, che ha avuto in Galileo Galilei uno dei massimi esponenti”. Così il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, presentando in conferenza stampa Pianeta Galileo 2008, dopo gli “onori di casa” di Stefania Fuscagni, presidente dell’Opera di Santa Croce e consigliera regionale. “Quest’edizione 2008 di Pianeta Galileo è la più imponente di sempre – ha detto Nencini –. Con i suoi oltre 200 appuntamenti e con la qualità degli ospiti e degli eventi in programma, è una manifestazione che si svolge sì in Toscana, ma esce per la sua importanza dai confini regionali”. “La nostra regione – ha continuato – ha dato e dà moltissimo alla ricerca. Basti pensare al team del Lens guidato dal professor Inguscio: alcuni di loro sono qui oggi. Ma ancora i laureati nelle discipline scientifiche nei nostri atenei sono troppo pochi. E’ per questo che Pianeta Galileo vuole rivolgersi ai giovani e ai giovanissimi, per dar loro il segnale che c’è un modo divertente, proficuo, non “uggioso” per avvicinarsi alla scienza”. E proprio sull’importanza di questo approccio che punta al coinvolgimento dei giovani, ha insistito anche Sandro Rogari, prorettore alla didattica dell’Università di Firenze, membro del Comitato scientifico di Pianeta Galileo. “Oggi qualsiasi processo rivoluzionario, e a maggior ragione la rivoluzione scientifica di cui ha parlato il presidente Nencini, implica un confronto e una sfida globale. Il futuro dell’Europa è legato alla capacità di raccogliere questa sfida. E’ per questo – ha detto – che cerchiamo di trasmettere la passione della ricerca ai più giovani: una passione che significa saper inseguire i misteri della natura e fare di questo inseguimento una ragione di vita. Ecco il messaggio forte che lancia Pianeta Galileo: è su questo terreno che si gioca il futuro dell’Europa”. Ha parlato della figura simbolica di Galileo invece Franco Pacini (Osservatorio di Arcetri, Università di Firenze, anche lui membro del Comitato scientifico), puntando il dito contro la mancanza di fondi per le celebrazioni galileiane del 2009. “Galileo ci lascia tre cose – ha detto -; ci lascia in primo luogo l’idea di un rapporto strettissimo fra scienza e tecnologia: il suo telescopio era un prodotto di altissima tecnologia per la sua epoca. Ci lascia l’insegnamento che la scienza debba essere patrimonio di tutti: per questo gli scienziati devono scrivere e parlare nella lingua che tutti capiscono; Pianeta Galileo si muove proprio sulla scia di quell’insegnamento. E ci lascia infine anche la percezione di un conflitto innegabile, che c’era e che c’è ancora, fra la scienza e il potere. Pensiamo alle celebrazioni del 2009, anno internazionale dell’astronomia: i Paesi europei fanno a gara per organizzare iniziative, mentre l’Italia, patria di Galileo, praticamente non ha stanziato quasi nulla, le celebrazioni sono decisamente sottofinanziate e si limitano agli aspetti storici”. “Quello che stiamo facendo qui con Pianeta Galileo – ha detto ancora Pacini – è sicuramente positivo. Fra qualche giorno avremo ad Arcetri, con la Bambineide, un’invasione di bambini che vorranno vedere le stelle. E’ la strada giusta. L’importante – ha concluso - è ricordarsi di non ghettizzare la scienza: non dobbiamo parlarne solo durante i festival, dobbiamo affrontare seriamente la questione della diffusione del sapere scientifico nel suo complesso”. (ab ) - segue

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