COMUNICATO STAMPA n. 1463
Smaltimento fanghi: le risoluzioni collegate alla comunicazione della Giunta
Passa a maggioranza il testo presentato dal Pd per un aggiornamento della normativa nazionale e per portare avanti l'attività di verifica delle caratteristiche dei fanghi prodotti. Respinti gli atti presentati da Movimento 5 stelle, Lega e Sì – Toscana a sinistra
11 ottobre 2016
Firenze – È passata a maggioranza la proposta di risoluzione collegata alla comunicazione di Giunta sull'attività di spandimento fanghi in Toscana, presentata dal Pd, primo firmatario Stefano Baccelli, presidente della commissione Ambiente del Consiglio. Nel condividere i contenuti della comunicazione "anche per quanto riguarda l'attenzione posta al tema dei controlli sul riutilizzo dei fanghi in agricoltura, per tutelare la salute dei cittadini, il settore agricolo e l'ambiente", il testo impegna la Giunta su due punti illustrati dallo stesso Baccelli: "portare avanti, in modo sempre più approfondito, attraverso Arpat, l'attività di verifica delle caratteristiche dei fanghi prodotti da impianti di depurazione, destinati all'uso agronomico, così come definito dal progetto attuato in coordinamento con la Magistratura", e già ricordato dall'assessore all'Ambiente Federica Fratoni.
Il secondo punto chiede all'esecutivo toscano si "attivarsi, nei confronti dei ministeri competenti, per un aggiornamento della normativa nazionale che disciplina l'utilizzo dei fanghi reflui di depurazione come ammendanti in agricoltura, in modo da definire un protocollo analitico completo e condiviso di verifica preventiva all'utilizzo dei fanghi, finalizzato ad assicurare le doverose garanzie igienico-ambientali, e la protezione del suolo e delle acque superficiali e sotterranee".
Le due proposte presentate dal Movimento 5 stelle, respinte dall'Aula ed illustrate da Giacomo Giannarelli e Irene Galletti, chiedevano alla Regione di "costituirsi parte civile nel processo in corso", "promuovere un formale incontro tra istituzioni regionali e commissione parlamentare ecomafie", "prevedere una indagine epidemiologica dei terreni oggetto di spandimento fanghi negli ultimi dieci anni", "predisporre, una volta acquisiti i dati, un progetto di bonifica finanziata attraverso risorse derivanti dalla valorizzazione dei beni confiscati alle mafie", nonché "indire tempestivamente una seduta della commissione consiliare competente per audire gli operatori agricoli e allevatori danneggiati dagli sversamenti di sostanze tossiche, rappresentati dei tartufai, associazioni di categoria agricole".
La risoluzione presentata da Sì – Toscana a sinistra chiedeva alla Giunta, tra l'altro, un "rafforzamento dei controlli regionali sulla produzione e lo smaltimento finale dei rifiuti speciali industriali pericolosi e non", "sviluppare un sistema integrato di controllo e condivisione dell'informazione riguardo alle autorizzazioni al trasporto, all'intermediazione dei rifiuti e alle bonifiche dei siti". Inoltre si chiedeva un impegno per la "creazione di una filiera regionale certificata che sviluppi nuove tecnologie di recupero, riciclaggio e trattamento dei rifiuti speciali, per evitare il ricorso a discarica e alla migrazione in altre regioni o all'estero".
L'atto presentato dalla Lega Nord chiedeva alla Giunta di dare "immediatamente mandato ad Arpat di ripetere i controlli sullo stato delle acque sia della falda superficiale che in quella profonda". La proposta di risoluzione chiedeva inoltre le "dimissioni dei responsabili di tutti gli enti coinvolti" nonché a "procedere alla totale bonifica dei territori interessati dallo spargimento di fanghi tossici". (f.cio)
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