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COMUNICATO STAMPA  n. 26

 
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Teatro di Buti: stagione 2016, una nuova sfida culturale

I consiglieri regionali Alessandra Nardini ed Antonio Mazzeo hanno presentato gli appuntamenti di quest'anno con il direttore artistico Dario Marconcini ed il sindaco Alessio Lari. Mazzeo: "Grazie per l'impegno, la passione, la qualità"

 

14 gennaio 2016

 

Firenze – Una stagione per pensare e riflettere, magari allegramente, guardando allo spettatore come ad un cittadino consapevole e ad un testimone di quel rito antico del teatro. Questa è l’anima nel cartellone del teatro Francesco di Bartolo di Buti (Pisa), che sarà il cuore della stagione 2016.  
Un ringraziamento al direttore artistico del teatro, Dario Marconcini, “per l’impegno, la passione, la qualità” ed al sindaco Alessio Lari “per avere assicurato le risorse finanziarie, nonostante i pesanti tagli ai finanziamenti comunali” è stato espresso dal consigliere regionale Antonio Mazzeo, in apertura della conferenza stampa di presentazione, questa mattina in Consiglio regionale. “È un centro di produzione e diffusione teatrale tra i più originali della realtà italiana, grazie alla felice fusione di cultura tradizionale e sperimentazione – ha affermato Mazzeo – È un impegno che vogliamo sostenere con forza. Presenteremo in Consiglio regionale una mozione di indirizzo, affinché nella prossima programmazione triennale siano garantite risorse ai piccoli teatri”.
Teatro e musica fanno parte a pieno titolo di un settore, quello della cultura, verso il quale dobbiamo continuare ad investire– ha aggiunto la consigliera regionale Alessandra Nardini – Il teatro di Buti ogni anno ci stupisce per la sua vivacità”.
Il sindaco Alessio Lari ha ricordato la lunga tradizione storica del teatro ottocentesco, dedicato a Francesco di Bartolo, uno dei primi commentatori della Divina Commedia. “È un’eccellenza della nostra città e la proietta ben oltre le sue dimensioni – ha osservato – L’amministrazione comunale cerca di fare la sua parte”.
E proprio dalla piccola cittadina nel cuore della Valdera il direttore Dario Marconcini lancia una vera sfida culturale. “Il nostro è un teatro di frontiera, ma i teatri periferici, di piccole dimensioni, hanno l’opportunità di diventare un’alternativa ed essere un pungolo per i teatri più grandi – ha sottolineato –  La mancanza di mezzi si trasforma in una scelta minimalista, che riversa l’attenzione sull’attore e sul dono che lui fa di se stesso, sulla scena, allo spettatore”. “Il grande teatro del Novecento è stato animato dai gruppi periferici e dai gruppi periferici può partire una rifondazione del teatro contemporaneo – ha concluso – Da questi teatri di frontiera, possono nascere proposte per un rinnovamento della scena. Da questi avamposti teatrali possono essere lanciati segnali ai teatri grandi per ricordare loro sia la loro origine che la loro funzione”.
Nel primo spettacolo della stagione, che inizia il 22 gennaio, l’ottava cantata sarà il legame per portare avanti un viaggio intorno all’Inferno di Dante, grazie agli attori dell’Arca Azzurra ed i Cantori del Maggio di Buti. Ci sarà poi la compagnia Gli Omini, premio Ubu per una giovane realtà, che in maniera brusca ci riporterà all’oggi, con Ci scusiamo per il disagio, storie di ordinaria quotidianità (5 febbraio). Non poteva mancare un omaggio a Shakespeare a quattrocento anni dalla morte con il Minimacbeth dello stesso Marconcini, dove gli spettatori saranno invitati in una stanza, davanti ad una tavole, testimoni di un interno di famiglia con delitti (11-14 febbraio, 10-13 marzo).
Seguiranno due spettacoli musicali di segno diverso. Il primo è la proposta di Bobo Rondelli, sempre più vicino allo stile graffiante degli chansonniers francesi, con “Ciampi ve lo faccio vedere io” (27 febbraio). Il secondo è un omaggio a Fred Buscaglione, Kriminal Tango, con la libertà creativa di uno dei gruppi più importanti dell’avanguardia italiana, Fanny&Alexander (4 marzo).
Per la prima volta il teatro di Buti ospiterà, poi la pluripremiata Fibre Parallele, con La Beatitudine, (17 marzo), seguita dall’ultimo spettacolo di quel grande poeta che è Enzo Moscato, protagonista indiscusso del teatro napoletano degli ultimi trent’anni, in Grand’Estate (10 aprile).
La stagione si conclude (22-27 aprile) con Pinter/Beckett: prove d’autore, curata dal direttore Dario Marconcini. Testi brevi, di estrema compressione e concentrazione, che sono veri e propri squarci di realtà sul mondo che abitiamo. (dp)

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