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COMUNICATO STAMPA  n. 1366

 
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Caso Prato: mozione chiede modifica normativa nazionale

L’atto proposto dal Gruppo Fratelli d’Italia è stato approvato a maggioranza. Astenuti Marco Taradash (Ncd) e Monica Sgherri (FdS/Verdi)

 

17 dicembre 2013

 

Firenze –Una mozione per impegnare la Giunta a farsi portavoce nei confronti del Governo “al fine di revisionare e modificare la normativa nazionale riguardante i money transfer”. Con l’approvazione di questo atto – firmato dal gruppo Fratelli d’Italia e presentato in aula dalla consigliera Marina Staccioli – si è chiuso il lungo dibattito sul caso Prato. “Nel corso dell’indagine conoscitiva sulle mafie in Toscana – ha spiegato la consigliera – sono emersi dati allarmanti: in tre anni, solo a Prato, la massa di denaro generata dall’industria della contraffazione, ripulita e reimpiegata nell’economia legale è in grado di far defluire oltre 5 miliardi di euro attraverso i canali del money transfer, e si tratta di un valore sottostimato”. Da qui la presentazione di questa mozione, che l’aula ha approvato a maggioranza, registrando l’astensione dei consiglieri regionali Marco Taradash (Ncd) e Monica Sgherri (capogruppo Fds-Verdi) e il voto favorevole di tutti gli altri.
Il gruppo FdI aveva anche presentato una mozione sul fenomeno dell’apertura esponenziale di centri massaggi cinesi a Prato e nelle altre città toscane, per evidenziare un “fenomeno su cui la Regione è chiamata a legiferare, quindi per porre in essere ogni possibile iniziativa in grado di mettere sotto controllo il fenomeno”, ha affermato Paolo Marcheschi illustrando l’atto in aula. Tale mozione – come richiesto da Marco Spinelli (Pd), “per avere la possibilità di fare un’operazione più approfondita e arrivare ad un unitario contributo del Consiglio regionale” – sarà discussa nelle commissioni competenti. Come risposto da Giovanni Donzelli (capogruppo FdI): il tema ci chiama direttamente in causa quindi il fenomeno sarà studiato a fondo nelle commissioni sviluppo economico e sanità.
L’assessore Vittorio Bugli, invece, ha annunciato un emendamento al Bilancio, per i primi interventi sul progetto Prato, di oltre 400 mila euro.
Tornando al dibattito, per Antonio Gambetta Vianna (capogruppo Più Toscana – Ncd) “ben venga il Consiglio regionale straordinario e il cordoglio per le vittime, ma la vera maturità politica dovrebbe essere quella di intercettare prima i problemi”. Arrivati all’emergenza, è logico che ad occuparsi in prima persona del caso Prato sia il Governo, ma anche che la Regione faccia rispettare le leggi.
Diversi consiglieri hanno criticato il governatore Rossi che non ha partecipato all’intera seduta, chiedendo una interlocuzione costante con la Giunta e il rispetto del ruolo del Consiglio, come ha sottolineato il capogruppo Pdl Giovanni Santini, soffermandosi sull’eccezionalità del caso Prato, caratterizzato da “una immigrazione che arriva nel nostro paese per trasferirvi le stesse condizioni di schiavitù che hanno nel loro”. “La legalità non ammette condizioni – ha concluso – servono più uomini e più controlli: i mezzi ordinari non danno soluzione ad un caso straordinario come Prato, la cui dimensione è nazionale”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Nicola Nascosti (Pdl), che si è soffermato sul deficit di organico dello Stato, Forze dell’ordine e Procura della Repubblica, ma anche delle altre strutture che stanno in capo alla Regione, come Asl e Arpat, per le norme sul lavoro e sulla sicurezza. “Il Governo deve passare dalle parole ai fatti – ha sottolineato il consigliere – deve emergere chiaro questo progetto nazionale per Prato, accanto all’incremento degli ispettori”. (ps) – segue -

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