Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy dei siti del Consiglio regionale della Toscana.
» Ufficio stampa » Comunicati » Comunicato Indietro

COMUNICATO STAMPA  n. 1258

 
dal   
  al     
 

Lotta alla mafia: Alfano, fronte comune tra Toscana ed Europa

Continua l’indagine conoscitiva in commissione Affari istituzionali, con l’audizione di Sonia Alfano, dal 2012 presidente della Commissione speciale antimafia del parlamento europeo

 

29 novembre 2013

 

Firenze – “La prima azienda italiana è la mafia, con i suoi 60 miliardi di euro di corruzione e 135 di evasione fiscale: un problema che riguarda non solo il nostro paese ma tutti e 28 gli stati membri, dove nessuno è immune o esente dalla criminalità organizzata”. Così Sonia Alfano, europarlamentare dal 2009 e dal 2012 presidente della Commissione speciale antimafia, ascoltata oggi in commissione Affari istituzionali, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulla mafia in Toscana.
Come spiegato dal presidente Marco Manneschi (Idv), il percorso dell’indagine, grazie al materiale e alle informative raccolte, ha messo particolarmente in evidenza l’internazionalizzazione delle mafie e la loro strategica collocazione a livello economico-finanziario. Da qui “lo scopo della nostra indagine: da un lato sollevare il problema, fare presente che in Toscana sono state censite 35 organizzazioni mafiose, dall’altro sviluppare normative in grado di contrastare la criminalità organizzata”. “Le Regioni come possono interagire con le politiche comunitarie – ha chiesto Manneschi alla Alfano – per salvaguardare il territorio?”.
La presidente, partendo dalla commissione speciale antimafia, organismo di nuovissima istituzione, ha presentato una panoramica sull’Europa, parlando delle 3600 organizzazioni criminali presenti negli stati europei, nei quali spesso manca la percezione di questo fenomeno da parte delle stesse istituzioni e da parte dei cittadini. “Eppure la corruzione è alla base di tutto: parte dalla politica e si infiltra nell’economia”. Un esempio su tutti: “la ‘ndràngheta, la cui supremazia è stata evidenziata nel monitoraggio sulle mafie, in provincia di Reggio Emilia è in grado di spostare 20mila preferenze, e questo perché il clan dei Cutresi si è spostato da Cutro a Reggio Emilia sotto gli occhi di cittadini inconsapevoli”.
La presidente, sempre in tema di monitoraggio, ha parlato di riciclaggio di denaro e di paradisi fiscali in Europa, dalla Borsa di Londra alla Svizzera, senza necessità di spostarsi alle isole Cayman.
Una panoramica che va oltre le raccomandazioni: “come commissione siamo chiamati non solo a dare raccomandazioni all’Europa – ha affermato – ma soprattutto a garantire strumenti armonici alla politica e ai magistrati”. “Finché non avremo sensibilizzato i cittadini la lotta sarà impari, anche perché – ha detto con forza – mentre le mafie sono organizzate noi non lo siamo, nel mondo delle istituzioni come nell’associazionismo e questo è un regalo che noi facciamo”.
“Fino a due anni fa il Parlamento europeo non aveva neanche i termini per definire il crimine organizzato, con l’istituzione della commissione europea in 18 mesi siamo arrivati a produrre un testo unico di contrasto alle mafie e al riciclaggio: la difficoltà è passare attraverso l’armonizzazione dei sistemi giudiziari”, ha ribadito Sonia Alfano, sintetizzando i punti salienti del testo unico: introduzione del reato mafioso; carcere duro e 41 bis; abolizione del segreto bancario; raccomandazioni normative fortissime nell’ambito dell’imprenditoria; incandidabilità, ineleggibilità e decadenza per chi ha sentenza definitiva per reati gravi o di mafia; confisca dei beni anche in assenza di condanna. “La lotta alla mafia – ha concluso – deve essere una delle priorità di ogni agenda politica”.
Alla ricca e complessa relazione di Sonia Alfano sono seguite riflessioni e domande da parte dei consiglieri Gabriele Chiurli (Gruppo misto), Marina Staccioli (FdI) e Vanessa Boretti (Pd), spaziando dalla nascita dell’Europa agli immigrati e passando dalle slot-machine al ruolo della politica. L’indagine conoscitiva sulla mafia in Toscana continua, così come proseguirà il rapporto di scambio e collaborazione con la presidente della commissione europea Sonia Alfano, che invierà alla commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale dati e materiale utile, per continuare insieme sulla strada della legalità.(ps) 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana