COMUNICATO STAMPA n. 1237
Criminalità organizzata: Manneschi, attenzione costante per cultura legalità
Continua l’indagine conoscitiva in commissione Affari istituzionali, promossa sulle mafie in Toscana, con l’audizione dei rappresentanti vittime Georgofili, osservatorio regionale appalti, comitato ecomafie
26 novembre 2013
Firenze – “Senso di abbandono, profondo isolamento, omertà, silenzio, incapacità di arrivare alla verità, tutto questo è sinonimo di infiltrazione mafiosa, tutto questo ci fa dire ancora mafia”. Queste parole sono risuonate forti e chiare in commissione Affari istituzionali, presieduta da Marco Manneschi (IdV), nell’ambito dell’indagine conoscitiva promossa sulla criminalità organizzata in Toscana, che oggi ha ascoltato Giovanna Maggiani Chelli, dell’associazione vittime dei Georgofili. Ripercorrendo venti lunghi anni, segnati nella nostra regione da quei 300 chili di tritolo che hanno tolto futuro e speranza anche a chi continua ancora oggi a lottare per la verità, la signora Maggiani ha elencato tre tappe: sentenza penale, sentenza civile e Fondo 512 per le vittime di mafia “vuoto”.
“E’ vero che la politica non può ridarci i nostri figli, ma può supportare la Magistratura e pensare sempre a quelle stragi, a quei morti in nome di quel 41 bis che vi chiediamo di lasciare, almeno sulla carta”, ha pregato la rappresentante dell’Associazione dei Georgofili.
Da qui l’invito alla politica a fare di tutto per non dare alla mafia ciò che voleva prendersi col tritolo, dalla revisione dei processi alla cancellazione del 41 bis passando dalla non confisca dei beni.
“Oggi potrebbe ripetersi quanto accaduto a Firenze quel 27 maggio?”. Nessuna risposta esplicita si è resa necessaria: sono bastati il Fondo per le vittime che non c’è, così come le infiltrazioni mafiose e le famiglie d’appoggio, sul territorio, che si presentano come gente perbene. “Anche il tessuto della porta accanto può avere qualcosa di mafioso - ha sottolineato la signora Maggiani – vi chiediamo la massima collaborazione e soprattutto vi chiediamo di non abbandonarci”.
“Non siete soli – ha assicurato il presidente Manneschi – anche l’audizione di oggi vuole essere il segno di un’attenzione costante: non dimentichiamo quanto accaduto venti anni fa, si tratta di capire come agire, come continuare a fare cultura della legalità, appoggeremo tutte le azioni coraggiose e necessarie per confiscare i beni alla mafia, per dare corpo a quel Fondo per le vittime”. “Continueremo a ricordare – ha concluso – anche per quanto riguarda quello che non possiamo fare perché non rientra nei nostri compiti”.
“Vicinanza alle vittime delle stragi” è stata espressa anche dal consigliere Marco Spinelli (Pd), che ha manifestato tutto il proprio rammarico e dolore per le istituzioni che non riescono a dare speranza. “Occorre investire sulla scuola – ha detto – sulla cultura del rispetto e della cittadinanza, per dare voce alla legalità, mettendosi continuamente in gioco e non dando niente per scontato”.
Lo chiedono a gran voce le vittime delle stragi, lo ricordano le 35 organizzazioni mafiose censite e operanti in Toscana, come è stato evidenziato nel corso dell’indagine conoscitiva sulla criminalità organizzata nella nostra regione. Ed è nell’ambito di tale indagine che oggi, nel corso delle audizioni sono stati ascoltati i rappresentanti dell’Osservatorio regionale sugli appalti pubblici e del comitato Ecomafia.
Solo alcuni spunti: la politica dei ribassi d’asta può mascherare il riciclaggio di danaro; sulle grandi opere come sui piccoli appalti le imprese toscane si aggiudicano poco a vantaggio di imprese provenienti da Campania, Sicilia e Lazio; sarebbe utile poter avere un canale istituzionale per le istanze dei cittadini nel settore degli appalti. (ps)
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