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COMUNICATO STAMPA  n. 1162

 
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Province: passa risoluzione Pd per doppia proposta Cal

L’aula ha approvato a maggioranza l’atto a firma del capogruppo Bugli (Pd). Respinto ordine del giorno del Pdl, firmato anche da Udc, Gambetta Vianna (Più Toscana), Locci e Staccioli (gruppo Misto). Respinto odg di Marignani (Pdl). Approvata a maggioranza risoluzione Idv su futuro servizi e lavoratori Province

 

22 ottobre 2012

 

Firenze – Su 49 votanti, 25 si sono espressi a favore (gruppi di maggioranza; FdS non ha partecipato al voto), 22 contro (gruppi di opposizione) e 2 astenuti (i consiglieri Pd, Tognocchi e Remaschi). Questo l’esito della votazione sulla proposta di risoluzione a firma del capogruppo Pd Vittorio Bugli, che l’aula ha approvato a maggioranza. Con tale atto il Consiglio regionale decide per le due proposte di riordino deliberate dal Cal (Consiglio delle autonomie locali), consistenti nelle seguenti articolazioni alternative: ipotesi A - Città metropolitana di Firenze, Provincia di Prato-Pistoia, Provincia di Massa Carrara-Lucca-Pisa-Livorno, Provincia di Grosseto-Siena, Provincia di Arezzo; ipotesi B - Città metropolitana di Firenze, Provincia di Prato-Pistoia, Provincia di Lucca-Massa Carrara, Provincia di Pisa-Livorno, Provincia di Grosseto-Siena, Provincia di Arezzo. L’aula incarica inoltre il presidente del Consiglio regionale di trasmettere il presente atto al presidente della Giunta regionale per il successivo inoltro al Governo. Nelle dichiarazioni di voto sulla proposta di risoluzione, Paolo Enrico Ammirati (Pdl) aveva parlato di “allucinante contradditorietà dell’Idv”, di “stranezza della posizione Danti” e di “dissonanza all’interno del Pd”. Secondo Rudi Russo (Idv) non esiste alcuna contradditorietà nella posizione del proprio gruppo, “vista la cronaca del disastro iniziato a Roma con un decreto legge”. Il consigliere Nicola Danti (Pd) aveva dichiarato di astenersi sulla risoluzione del Pdl e di votare a favore dell’atto sottoscritto dal proprio capogruppo. Viceversa Marco Remaschi (Pd) aveva optato per la proposta del Pdl e per l’astensione nei confronti di quella del Pd. Stessa votazione anche per Paolo Tognocchi (Pd) che, pur apprezzando lo sforzo del proprio gruppo, aveva preferito dire sì alla soluzione dei presidenti delle Province. Nella proposta di risoluzione del Pdl, sostenuta anche da Antonio Gambetta Vianna (Più Toscana), da Giuseppe Del Carlo e Marco Carraresi (Udc) e da Locci e Staccioli (Gruppo misto), il Consiglio regionale delibera di assumere gli indirizzi per cui le province toscane dovranno essere riordinate nel modo seguente: a) Città metropolitana di Firenze, b) Provincia di Prato e Pistoia per la quale si richiede la deroga al parametro dell’estensione territoriale, c) Provincia di Arezzo d) Provincia di Lucca e Massa, d) Provincia di Livorno e Pisa, f) Provincia di Grosseto e Siena. Una proposta che di fatto fa proprie le posizioni dei 10 Presidenti di Provincia, quindi dell’Upi. Questo l’esito del voto in aula: su 54 votanti, 24 hanno favorevoli, 24 contrari e 6 astenuti. L’atto è stato perciò respinto. L’aula ha inoltre respinto anche l’odg del consigliere Claudio Marignani (Pdl), che chiedeva di mantenere Siena capoluogo di Provincia: su 48 votanti, 12 a favore, 19 contro e 17 astenuti. Stesso esito anche per l’odg del gruppo Fds-Verdi: su 54 votanti, 12 a favore, 12 contro e 30 astenuti. Con tale atto il Consiglio chiedeva al Governo e al Parlamento di procedere all’abrogazione di tutte le norme riguardanti le Province approvate a partire dal dicembre 2011; di riavviare un percorso organico nell’ambito del quale si prevedesse di affidare alle Province esclusivamente le funzioni di area vasta, eliminando tutti gli enti intermedi strumentali, per destinare i risparmi conseguiti a un fondo speciale per il rilancio degli investimenti degli enti locali. Con tale atto si chiedeva inoltre al presidente e alla Giunta di sollevare nel frattempo la questione di legittimità dinanzi alla Corte Costituzionale per la dichiarazione dell’illegittimità costituzionale delle recenti disposizioni sul riordino delle Province in violazione dell’articolo 133 della Costituzione. L’aula ha invece approvato la proposta di risoluzione presentata da Marta Gazzarri e da tutti i consiglieri dell’Idv, e sostenuta anche Romanelli e Ciucchi (gruppo Misto), Spinelli, Ceccarelli e Venturi (Pd). Su 52 votanti 31 si sono espressi a favore, 21 hanno optato per l’astensione e nessuno ha votato contro. Con tale atto si impegna la Giunta regionale ad aprire un tavolo di confronto con il Governo e con i sindacati per arrivare a una soluzione condivisa che affronti le questioni inerenti i servizi e il futuro dei lavoratori delle Province, riaffermando il ruolo di garanzia del lavoro pubblico; inoltre si impegna la Giunta ad attivarsi presso il Governo al fine di garantire, nel processo di riordino delle Province, il mantenimento della diffusione nel territorio dei servizi attualmente offerti ai cittadini, garantendo le risorse necessarie. Nelle dichiarazioni di voto, Nicola Nascosti (Pdl) aveva personalmente annunciato il voto favorevole sulla proposta di risoluzione, richiamando alla coerenza il gruppo Idv, che avrebbe potuto esprimersi favorevolmente sulla proposta Magnolfi. Nelle dichiarazioni di voto complessive, sui diversi atti, Alberto Magnolfi (Pdl) aveva difeso la propria proposta di risoluzione, parlando di maggioranza che decide di non decidere e che non ha abbastanza orgoglio politico nei confronti di un governo di tecnici. Pieraldo Ciucchi (Misto), annunciando l’appoggio alla proposta Bugli, l’astensione su quella della Sgherri e il voto contrario all’atto del Pdl, ha sottolineato che ancora una volta la politica si è fatta trovare impreparata: “qualsiasi proposta mettiamo lì è in una posizione di subordine”. Per Giuseppe Del Carlo (Udc) “la maggioranza di quest’aula non vuole decidere, non ha il coraggio di assumersi le prioprie responsabilità e delega il Governo Monti a dire l’ultima parola”. Secondo Monica Sgherri (Fds-Verdi) si possono sbagliare anche le formule di riordino delle Province, ma su una cosa non si può prescindere: “le Province devono rimanere consigli elettivi, per dare la possibilità ai cittadini di scegliere e per non essere noi complici di impoverimento della democrazia”. Vittorio Bugli (Pd) ha annuciato il voto contrario sulla proposta Pdl e rilanciato l’ipotesi che va nella direzione del CdAl, per poter andare avanti su un percorso tracciato. Marco Manneschi (Idv), partendo dalla convinzione che “la soluzione era la riforma costituzionale”, ha annunciato il voto favorevole sulla proposta Bugli e il voto contrario su quella Magnolfi. Opposta la posizione di Locci (Misto), che ha parlato di “indebolimento della politica e di incapacità di decisione”. Per il governatore Enrico Rossi, intervuto nel dibattito sposando la proposta di Vittorio Bugli e non avendo motivi per considerare “arenata” la propria (quella delle tre aree vaste), “rischiamo di giocare una partita dove manca il pallone, che viene poi calciato da altri”. Della serie: “ciò che verrà fuori da quest’aula dovrà misurarsi col Governo che decide e con il Parlamento che avrà l’ultima parola”. “Avrei preferito una riforma più complessiva e mi brucia che non si parli più di senato federale – ha concluso – compimento del vero regionalismo”. (ps/cem)

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