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Intorno al pozzo dei Toscanelli. Firenze e il Primo Umanesimo

presentazione del libro di Marco Conti
giovedì 28 settembre 2017, ore 16.00
Sala Gonfalone, Palazzo del Pegaso

programma


Paolo Dal Pozzo Toscanelli (1397-1482), astronomo, medico e cosmografo fiorentino, compì i suoi studi a Padova, dove strinse amicizia con Giovanni Müller, detto “Regiomontano”, giovane astronomo e matematico tedesco.
Tornato a Firenze impartì lezioni di matematica addirittura a Filippo Brunelleschi e, entrato in diretto contatto con il celebre architetto, contribuì alla costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore e realizzò in loco una grande meridiana con un foro gnomonico a  90 metri di altezza, atto a determinare l'istante del solstizio estivo.
Ma fu anche geografo d’eccezione: una sua carta nautica, purtroppo andata perduta, con una  lettera al  Re del Portogallo, incitò Cristoforo Colombo a prendere la strada oceanica del Ponente per «buscar» il Levante, al fine di giungere alle Indie asiatiche.
Le sue opere astronomiche sono andate quasi tutte perdute e sono sopravvissute soltanto le osservazioni che permisero di calcolare ben sei orbite di comete nei secoli a venire.
Paolo Dal Pozzo Toscanelli è una figura degna di grande interesse e di approfondimenti storici e scientifici, che questo volume si auspica possa stimolare nei futuri ricercatori.
 

Marco Conti - L’interesse per la storia e le arti visive da sempre caratterizza l’attività di ricerca dell’autore. «Dopo aver imparato a leggere e scrivere mi proposi di scrivere qualcosa sulla storia di Firenze, ma mi resi conto di essere arrivato tardi: le cose più belle e i personaggi più importanti erano fin troppo storicizzati. Pertanto, mi orientai a scrivere della periferia occidentale della città, i cui borghi, l’ambiente e i personaggi non erano mai entrati nella storia». La scelta lo appassionò da subito, tanto che riuscì a contagiare i suoi coetanei con lo slogan “appropriazione culturale del territorio”: a un certo punto fu prodotta una corposa documentazione cartografica e fotografica, con l’intenzione di farne dono alla pubblica amministrazione quale supporto al piano regolatore del 1961, onde procedere al recupero dei borghi sulla destra dell’Arno. Anche se senza risultati.