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Portavoce dell`opposizione
comunicato n. 166 del 2 gennaio 2020

 
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Asl e censura, Alberti e Bartolini (Lega): “Un altro caso all’ospedale di Pescia”

Asl e censura, Alberti e Bartolini (Lega): “Un altro caso all’ospedale di Pescia”
 
Si tratta del dottor Giuseppe Fiore, responsabile provinciale della sanità per Pistoia della Lega dal 2015, sottoposto al giudizio del consiglio di disciplina per un post su Facebook 
 
Un altro medico sanzionato dalla Asl per un post su Facebook. Si tratta di Giuseppe Fiore, medico dell’ospedale SS. Cosma e Damiano di Pescia, e dal 2015 responsabile provinciale sanità per Pistoia della Lega. Fiore, da più di venti anni ormai impegnato in politica, e conosciuto anche dai vertici Asl per le sue battaglie, è stato sottoposto al giudizio del consiglio di disciplina per un post del luglio scorso, in cui criticava ironicamente le scelte di politica sanitaria del governatore Rossi. Il medico è stato sanzionato con la censura scritta. 
 
“Quando il dottor Fiore raccontò della sua disavventura, pensammo il buona fede che fosse un caso isolato. Ma – spiegano i consiglieri regionali della Lega, Jacopo Alberti e Luciana Bartolini - dopo aver letto la storia del dottor Trivella a Lucca, al quale va tutta la nostra solidarietà, abbiamo capito che quello di Fiore, invece, non era affatto un caso: a Fiore è accaduta la stessa cosa, nonostante non abbia, nel post, criticato l’ospedale per il quale lavora da anni ma la politica di governo della sanità regionale. Ci sembra che negli uffici dell’azienda si perda un po’ troppo tempo a controllare i profili Facebook che a lavorare seriamente per risolvere i veri problemi della sanità. E mi pare assurdo che un medico, il quale non ha mai nascosto il suo impegno politico, venga punito per aver espresso una critica”.
 
“Nella mia ‘condanna’ – dice il dottor Fiore – mi si contesta di aver pubblicato il post senza firmare in quanto responsabile provinciale della Lega a Pistoia, quindi mi si individua come ‘libero cittadino’, ma mi si giudica come dipendente della Asl. Un paradosso, soprattutto perché già in passato avevo avuto modo di scontrarmi, politicamente e anche duramente, con i vertici aziendali, quindi tutti sanno chi sono, quali preferenze ho, e che ruolo ricopro. Far finta di giudicarmi come ‘libero cittadino’ è solo un modo per attaccarmi politicamente e cercare di farmi smettere di dire come la penso. Ma questo non accadrà. Ho deciso di denunciare quanto accadutomi dopo aver saputo del dottor Trivella, per smascherare quello che è un  ‘sistema’ di controllo applicato ai dipendenti della Asl: vietato criticare la politica sanitaria regionale, pena la censura o, come nel caso di Trivella, addirittura la sospensione”.    

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