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Nuovo Centrodestra - 11 marzo 2015

 
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RIFORMA SANITARIA - Magnolfi (NCD): «Altro che riforma: la proposta dalla Giunta è appena una modesta riorganizzazione. Se in Giunta siedono persone d’onore hanno il dovere di dare risposte serie ad accuse assai precise che vengono dai banchi del Consiglio regionale! »

 Questo spettacolo pirotecnico da strapaese al quale la Giunta regionale sta costringendo il Consiglio nelle ultime settimane della legislatura, è destinato a creare tanto rumore ma ben pochi risultati per i toscani.
 
            Anche sulla sanità, quella proposta dalla Giunta non è una riforma, ma –a benvolere- una modesta riorganizzazione o, tutt’al più -come è stata definita dagli stessi banchi della maggioranza- un ponte verso l’ignoto.
 
            Una riforma, infatti, è tale se affronta i nodi fondamentali e strutturali (come le liste d’attesa). Se ha il coraggio di affrontare le domande difficili e correggere le storture, le carenze del sistema.
 
            È ovvio che nella sanità toscana vi sono eccellenze, grande merito e grandi valori per quanto attiene gli operatori sanitari che certamente NCD vuol tutelare e difendere. Ma se si vuol parlare di una riforma si deve avere il coraggio di affrontare i difetti veri: l’eccessiva burocratizzazione, il controllo politico, la sostenibilità economica e finanziaria. Insomma bisogna avere il coraggio -che questa legge non ha- di aggredire la struttura del modello.
 
            Invece di tutto ciò, sul fronte del controllo politico la nuova riorganizzazione introduce la figura assai “inquietante” e di diretta emanazione del Presidente della Giunta del mega-direttore di area vasta. Una figura che quindi risponde solo al “Capo” rendendo persino irrilevante la funzione dell’Assessore: per legge il responsabile politico che dovrebbe rispondere al Consiglio.
 
            Tutto questo è assolutamente inaccettabile!
 
            Come è inaccettabile il silenzio della Giunta di fronte a certe “accuse” mosse dai banchi del Consiglio in ordine a questioni ed aspetti molto rilevanti che incidono direttamente sui conti, sulla gestione economico-finanziaria della sanità e sulla trasparenza amministrativa.
 
            Se nella Giunta siedono -come ritengo- uomini e donne d’onore, essi hanno il dovere istituzionale e politico di rispondere e smentire alle accuse circostanziate che sono state mosse.
 
            Quindi questa modesta riorganizzazione della sanità (come molti dei provvedimenti che arriveranno in aula: PIT, Piano paesaggistico ecc.), più che un ponte, assomiglia ad un’arcata utile solo a scavalcare le elezioni e rinviare sine die ogni cambiamento e riforma seria.
 
 
Alberto Magnolfi  - Presidente Gruppo regionale NCD
 

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