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Commissione d’inchiesta su infiltrazioni mafiose e criminalità organizzata in Toscana

COMUNICATO STAMPA  n. 0749

 
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Criminalità: Ciuoffo, in provincia di Arezzo malavita organizzata attiva nell’economia locale

L’assessore risponde a un’interrogazione di Marco Casucci (Lega), che si è detto “attonito per il quadro inquietante che emerge”

 

di Daniele Pecchioli, 7 luglio 2021

 

“La provincia di Arezzo presenta significativi indicatori di una proiezione criminale della malavita organizzata nazionale in alcuni settori dell’economia locale, come l’edilizia, il ciclo dei rifiuti, il settore immobiliare e turistico”. Lo ha dichiarato l’assessore Stefano Ciuoffo, rispondendo ad un’interrogazione sul tema di Marco Casucci (Lega).
 
“Come per altri territori della Toscana – ha aggiunto l’assessore – tale presenza non si sostanzia in veri e propri insediamenti organizzativi da parte delle mafie storiche italiane, ma nella forma di investimenti criminali, che, nel caso dell’aretino, però, manifestano una forte vocazione imprenditoriale, anche nel cruciale settore degli appalti pubblici”.
 
Nello specifico, l’assessore ha precisato che negli ultimi anni sono emerse evidenze di un interessamento da parte di alcune formazioni camorristiche, come il clan Mallardo, e Contini della così detta Alleanza di Secondigliano, che fanno del riciclaggio e dell’iniziativa economica nei settori dell’economia legittima il principale modus operandi. Tutto questo in connessione, oltre che in vera e propria partnership economica dei così detti casalesi, i cui gruppi vantano nell’aretino una presenza economica già a partire dagli anni novanta. Più recente invece il riconoscimento degli interessi criminali di organizzazioni di origine ‘ndranghetista, come quella dei Commisso, Gallace, Grande Aracri, Mancuso e Piromalli per citarne alcune.
 
Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i beni e le società confiscate alla mafia (ANBSC) la provincia di Arezzo risulta essere la prima in Toscana per numero di beni sotto confisca (86), seguita da Pistoia (16%), Prato (12%) e Pisa (11%). In particolare gli investimenti nel settore immobiliare restano i più significativi, tra questi, appartamenti e, in modo più limitato, terreni. I beni sono concentrati in soli due comuni: il capoluogo e Marciano della Chiana. La significativa incidenza dei reati economici-finanziari legati alla filiera dell’oro e le elevate opportunità di riciclaggio offerte rendono la provincia particolarmente vulnerabile.
 
“L’attività di prevenzione e contrasto messa in campo negli ultimi anni dalle autorità locali, tra le quali la Prefettura, ha segnato un’inversione di tendenza rispetto agli anni Novanta – ha concluso Ciuoffo – Alcune iniziative, come la firma di Protocolli di legalità, mostrano il riconoscimento di possibili criticità del territorio. La Regione, per quanto di sua competenza, ha usato particolari accorgimenti nella redazione dei bandi e degli appalti, che funzionano come un campanello di allarme”.
 
“Ne esce un quadro inquietante – ha osservato Marco Casucci – Bisogna tenere alta la guardia. Resto attonito pensando al comune a me vicino di Marciano della Chiana. Occorre la massima determinazione di tutte le istituzioni”.

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana