Per migliorare l’esperienza di navigazione delle pagine e la fruizione dei servizi online, questo sito utilizza cookie tecnici e analitici.
Questo sito permette inoltre l’utilizzo di cookie di terze parti per funzionalità quali la condivisione e la visualizzazione sui social media.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando su collegamenti nella pagina acconsenti all’uso di questi cookie.
Per informazioni sui cookie e su come eventualmente disabilitarli, leggi la Cookie policy dei siti del Consiglio regionale della Toscana.

Materiali multimediali

Dichiarazioni, interviste, foto e altri contributi

Immagine - Mps: l'avvocato Falaschi, si sapeva tutto dal 2012

Condividi

COMUNICATO STAMPA  n. 723

 
dal   
  al     
 

Mps: l'avvocato Falaschi, si sapeva tutto dal 2012

Il legale, azionista della banca e rappresentante di un gruppo di piccoli risparmiatori consegna al presidente Giacomo Giannarelli i documenti relativi ad un'ispezione della Banca d'Italia

 

5 maggio 2016

 

Firenze – “Un’ispezione della Banca d’Italia, iniziata il 27 nel settembre 2011 e terminata nel 9 marzo 2012, inviata anche a Consob, chiarisce che Alexandria era un derivato. I tre miliardi di buoni del tesoro, entrati nell’attivo della banca, non erano quindi mai stati acquistati. Tutti i bilanci, a partire dal 2012, sono perciò non veritieri: gli aumenti di capitale non potevano essere fatti ed i Monti-bond non potevano essere richiesti”.
E’ quanto ha dichiarato alla commissione d’inchiesta sul Monte dei Paschi di Siena l’avvocato Paolo Emilio Falaschi, che ha presentato la costituzione in parte civile di alcuni piccoli risparmiatori nel processo in corso a Milano sulla ristrutturazione del derivato Alexandria, sulla base di documenti, che ha consegnato al presidente Giacomo Giannarelli.
“Non riesco a capire come si possa affermare da parte della banca – ha aggiunto Falaschi - che fosse necessario conoscere quanto emerso dalle indagini della Procura di Milano per capire che Alexandria e Santorini erano derivati”.
A suo parere, se davvero Banca d’italia e Consob sapevano e non sono intervenute, si rischia un’enorme perdita di credibilità in Europa. Un altro tema sollevato dall’avvocato sono le partite anomale. “I crediti deteriorati sono quasi 50 miliardi, una somma enorme pari ad una Finanziariaha sottolineatoLa Banca centrale europea, quando ha approvato l’ultimo aumento di capitale nel 2015, ha ribadito che tale aumento è insufficiente per la soluzione dei problemi strutturali della banca, sottolineando nuovamente la necessità di affrontare il problema”.
“Se ormai è chiaro che sui derivati nei bilanci Mps si poteva vigilare meglio e prima, mi chiedo se oggi si stia vigilando a sufficienza sui crediti deteriorati, come ha segnalato tre anni fala Bce” ha osservato il presidente Giannarelli. “Le risposte di Banca d’Italia alle domande della commissione, pubblicate sul loro sito istituzionale, confermano i legittimi sospetti della inefficacia degli organismi di controllo - ha aggiunto - Un risparmiatore dovrebbe poter riconoscere in modo chiaro, facile e intuitivo, l’andamento della banca in cui investe e gli organismi di vigilanza dovrebbero preservarlo da eventuali comportamenti pericolosi, messi in atto dal management di questi istituti”. (dp)
 
 
 

Responsabilità di contenuti, immagini e aggiornamenti a cura dell'Ufficio Stampa del Consiglio regionale della Toscana